Sebbene l’obesità sia considerata ormai una pandemia globale, e i morti da essa causati siano equiparati secondo alcune stime a quelli causati dal fumo, alcune ricerche recentemente, hanno evidenziato quello che viene già definito come “paradosso dell’obesità”. Una ricerca condotta da scienziati statunitensi sembrerebbe convalidare questo paradosso secondo il quale, coloro che sono obesi, in alcuni casi, potrebbero avere una vita più lunga. La ricerca naturalmente non falsifica il dato che l’obesità sia connessa con lo sviluppo di diverse patologie.
L’obesità è causa di moltissime malattie croniche e letali: diabete, malattie cardiovascolari, ictus, infarto. Senza contare le nuove ricerche che associano l’obesità ad una maggiore incidenza di alcuni tipi di cancro. Negli Stati Uniti una persona su 14 è obesa, per questo si stanno perfezionando campagne sempre più precise, per limitare il consumo di cibo e bevande caloriche e grasse. In Italia una persona su dieci è obesa e 3 su 10 sono in sovrappeso.
Ma secondo una ricerca pubblicata negli atti della Mayo Clinic, che conferma il paradosso dell’obesità, quando una persona è già malata il fatto di rimanere obesa o in sovrappeso le allunga la vita. Un po’ come se mantenere la propria condizione favorisse una sorta di stabilità. I ricercatori hanno analizzato 36 studi in cui i pazienti erano stati sottoposti ad operazioni chirurgiche per liberare le arterie ostruite. Fra i pazienti esaminati, che erano decine di migliaia, coloro che erano in sovrappeso avevano una maggiore probabilità di vivere più a lungo.
In realtà i medici non hanno ancora un’idea precisa sulle cause di questo fenomeno: forse i medici sono più propensi a dare ai pazienti in sovrappeso più farmaci, o forse le persone magre hanno caratteristiche genetiche peggiori, ma si tratta solo di pure ipotesi.
In un secondo studio pubblicato sulla rivista alcuni ricercatori si sono chiesti se l’Indice di Massa Corporea sia lo strumento ideale per misurare l’obesità. Secondo la ricerca condotta dalla School of Medicine della Queensland University di New Orleans , sarebbe il grasso contenuto nel corpo ad essere indice di mortalità e non il peso totale. Bisognerebbe quindi prendere in considerazione il rapporto fra massa grassa e massa magra del corpo.
Naturalmente il paradosso dell’obesità va preso con le pinze: essere in sovrappeso e obesi continua ad aumentare il rischio di morte prematura.Per questa una sana alimentazione, una attività fisica continuative e una buona qualità del sonno continuano ad essere delle valide indicazioni per mantenersi in salute.