Molti pesticidi agricoli utilizzati in Europa potrebbero disturbare gli ormoni maschili e portare a problemi di infertilità, secondo i test di laboratorio. Un ‘biomonitoraggio’ per indagare il comportamento effettivo dei pesticidi nel corpo umano è necessario per chiarire il legame tra l’esposizione ai pesticidi e la salute della riproduttività maschile.
La fertilità maschile è in declino in tutto il mondo. Prove sperimentali in laboratorio hanno collegato le sostanze chimiche presenti in alcuni pesticidi alla ridotta qualità dello sperma, al cancro ai testicoli e alle disfunzioni dell’apparato riproduttivo. Le sostanze chimiche operano un blocco dell’attività degli ormoni, noti come androgeni, che influenzano lo sviluppo del sistema riproduttivo maschile. Tuttavia, la maggior parte delle ricerche è stata effettuata su pesticidi che sono ormai fuori uso.
Il nuovo studio, condotto e finanziato dall’UE CONTAMED project, è il primo ad analizzare l’impatto ormonali dei pesticidi più comunemente usati in Europa. Anche se i pesticidi devono superare prove rigorose in base alla legislazione UE prima di poter essere utilizzati a fini commerciali, il loro effetto sull’attività ormonale non è ancora sufficientemente studiato.
Gli scienziati hanno studiato 37 pesticidi, con un rischio alto per l’uomo, basato sulla concentrazione di pesticidi nei cibi europei e su una stimata assunzione giornaliera. Una revisione di precedenti studi scientifici ha rivelato che 14 dei pesticidi erano stati individuati come perturbatori ormonali, o anti-androgeni.
Per verificare le proprietà anti-androgene in tutte i 37 pesticidi, è stato iniettato in cellule umane, che erano state esposte a pesticidi, il gene ‘luciferasi’ di una lucciola . Il comportamento del gene della lucciola è guidato da androgeni. Se sono presenti nelle cellule prodotti chimici non androgeni, il gene innesca una luce. Tuttavia, se sono presenti prodotti chimici anti-androgeni questi “spengono” il gene, bloccando l’attività ormonale e la luce non può essere prodotta. Gli scienziati hanno usato la quantità di luce emessa quando le cellule sono state esposte a concentrazioni variabili di pesticidi per quantificare la loro influenza sugli ormoni.
Dei 37 pesticidi testati, 23 erano chiaramente anti-androgeni. Ciò ha confermato ciò che era stato scoperto negli studi precedenti, ma soprattutto ha anche evidenziato nove nuovi nomi. La maggior parte sono fungicidi, che si trovano in grandi quantità nel cibo per lungo tempo dopo la raccolta. Lo studio ha rilevato che il metodo Quantitative Structure-Activity Relationship (QSAR), usato per predire la probabilità di disturbi ormonali, ha sottovalutato i rischi per alcuni pesticidi. Ciò potrebbe avere importanti conseguenze per l’utilizzo di questa tecnica in futuro.
Nonostante queste forti evidenze di laboratorio, c’è ancora una conoscenza molto povera del rischio per la salute umana del sistemo riproduttivo umano, dal momento che praticamente non ci sono studi che monitorizzino il comportamento dei pesticidi una volta nel corpo umano. L’impatto nel mondo reale è probabilmente più complicato di ciò che accade in laboratorio, perché i pesticidi possono comportarsi in modo diverso quando combinati con altre sostanze chimiche all’interno del corpo.