I ricercatori neozelandesi hanno modificato il codice genetico delle mucche per eliminare le reazioni allergiche. Per fare questo, la mucca geneticamente modificata produce attraverso le sue ghiandole mammarie un latte che assomiglia a quello di una pecora, in modo tale da ridurre la probabilità di causare reazioni allergiche negli esseri umani.
Il gruppo di scienziati, guidati da Anower Jabed, ha utilizzato un processo chiamato interferenza dell’RNA, che inibisce alcuni geni bersaglio, in modo da reingegnerizzare la vacca da latte, di nome Daisy (in italiano sarebbe: la mucca Margherita).
Le analisi del latte prodotto da Daisy hanno dimostrato l’assenza della proteina del latte beta-lattoglobulina (BLG) – un componente del siero del latte vaccino che notoriamente causa reazioni allergiche. Al suo posto, i ricercatori hanno osservato un aumento della caseina, una proteina normalmente presente nel latte.
I ricercatori neozelandesi hanno concluso che il latte OGM ha proprietà potenzialmente ipoallergeniche. Inoltre, l’alto contenuto di caseina dovrebbe anche aumentare i livelli di calcio e il rendimento nella produzione di formaggio.
Ma perché c’è la necessità di produrre un latte libero da beta-lattoglobulina? Gli studi dimostrano che circa un bambino ogni 12 bambini sviluppa una reazione allergica al siero di latte, proprio a causa di questa proteina.
Per decenni i produttori di latte hanno tentato di trasformare questa molecola, in modo da rendere il latte di mucca più facilmente digeribile. Il processo è chiamato idrolisi, e anche se riduce di parecchio la presenza della beta-lattoglobulina, di certo non elimina completamente la sua allergenicità.
Così, invece di basarsi su metodi di produzione a valle, i ricercatori neozelandesi si sono concentrati su come ottenere un latte libero da questa proteina.
La mucca è stata geneticamente modificata con due diversi metodi: il trasferimento nucleare, una tecnica messa a punto all’epoca della clonazione della pecora Dolly, e l’interferenza dell’RNA, una tecnica relativamente nuova che serve per inibire l’attivazione di alcuni geni.
I ricercatori hanno inserito innanzitutto un frammento di DNA nelle linee cellulari somatiche della mucca (ossia quelle che non vengono ereditate ma che esprimono i caratteri smatici). In questo caso, i ricercatori hanno scelto ovviamente le cellule dei tessuti della lattazione. Dopo questa operazione, hanno preso l’intero nucleo cellulare di queste cellule somatiche e l’hanno impiantato all’interno di alcune cellule uovo.
In tal modo, dopo aver fecondato le cellule uovo, sono state fatte nascere le prime mucche che non producono la beta-lattoglobulina. I ricercatori hanno impiantato un totale di 57 embrioni di mucche clonate e incapaci di produrre la beta-lattoglobulina.
Appena pubblicato, lo studio ha già ricevuto molte critiche da altri ricercatori, che fanno notare che l’assenza di beta-lattoglobulina non rende affatto il latte ipoallergenico. Anzi, l’aumento della caseina, un’altra proteina presente nel latte e quella responsabile per la cagliazione (che permette la produzione di formaggi) potrebbe essere un fattore che aumenta l’allergenicità di questo latte OGM.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Science.
Attualmente sono vietati la produzione e il consumo il latte OGM, e questo significa che difficilmente questo esperimento uscirà dai laboratori di ricerca.