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Tumore al polmone: la vecchia chemioterapia è più efficace

Uno studio dimostra l'efficacia della vecchia chemioterapia nel trattamento del tumore al polmone

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 22.07.2013

Uno studio realizzato in Italia grazie ad un finanziamento di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha dimostrato che una chemioterapia standard, e non una innovativa, è più efficace nel 90% dei casi per il trattamento del tumore al polmone.

Lo studio, pubblicato su The Lancet Oncology è stato condotto Marina Garassino, ricercatrice dell’Istituto dei Tumori di Milano che ha coordinato il team dell’Oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano e i Dipartimenti di Anatomia patologica dello stesso Fatebenefratelli e dell’Ospedale Niguarda. Sono stati coinvolti ben 52 ospedali oltre al laboratorio di Farmacologia Molecolare diretto da Massimo Broggini per le analisi genetiche e gli statistici Valter Torri e Irene Floriani che hanno seguito la raccolta dei dati e l’analisi statistica.

Chemioterapia

Lo studio rappresenta oggi la possibilità di risparmiare per il Sistema Sanitario Nazionale, ma porterà grandi benefici ai pazienti oncologici.

Secondo lo studio infatti che i tumori del polmone trattati con la chemioterapia non a piccole cellule, quella standard è più efficace dei farmaci a bersaglio molecolare che colpiscono solo le cellule cancerogene. La ricerca dimostra che la sopravvivenza è maggiore con la vecchia chemioterapia che con l’erlotinib, farmaco a bersaglio molecolare.

“La ricerca ha dimostrato che il farmaco a bersaglio molecolare erlotinib non è per tutti”, ha detto Marina Garassino. “Non tutti i tumori del polmone sono legati al fumo. I pazienti che non hanno mai fumato spesso presentano una mutazione di un particolare gene, EGFR, che rende su di loro particolarmente efficaci alcuni farmaci molecolari come erlotinib e gefitinib, e ora anche afatinib. Viceversa, nei pazienti fumatori o ex fumatori queste mutazioni sono estremamente rare. A distanza di 5-6 anni dall’immissione in commercio dei farmaci a target molecolare non era ancora chiaro se questa tipologia di pazienti beneficiasse veramente di erlotinib. Grazie a questo studio, abbiamo visto che sui pazienti senza le mutazioni di EGFR, più numerosi, la chemioterapia tradizionale ha più effetto. C’è comunque qualche paziente che, pur non avendo tali caratteristiche genetiche, beneficia ugualmente di erlotinib, e la nostra ricerca andrà avanti per identificare anche questi casi”.

Massimo Broggini, direttore del laboratorio di farmacologia molecolare dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, ha detto: “Questo studio è uno dei primi al mondo sul tumore del polmone che ha analizzato il DNA di oltre 500 pazienti e dimostra che è indispensabile l’analisi genetica dei tumori per poter arrivare a individuare potenzialmente il miglior farmaco per ogni singolo paziente. Un importante passo in avanti per la personalizzazione delle cure”.

E Silvio Silvio Garattini, direttore dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, a proposito del risparmio, ha commentato: “I risultati dimostrano la possibilità di evitare terapie poco efficaci che, in particolare, riguardano fumatori ed ex fumatori, mentre consentirebbero al contempo importanti risparmi economici al Servizio Sanitario Nazionale, alle prese con il contenimento della spesa”.

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  • alberto zazza scrive:

    ho notato che uso di frutta o spremute brucia le radici e potenzia le difese. aridateci di bella.