Una ipotesi alquanto diffusa afferma che a disposizione degli esseri umani moderni, i Sapiens, ci fosse una più ampia gamma di alimenti, elemento che avrebbe rappresentato per i nuovi arrivati un notevole vantaggio competitivo.
Analisi geochimiche di ossa fossili sembrano, a prima vista, confermare che questa differenza nelle diete avrebbe sicuramente posto in posizione di svantaggio i Neanderthal.
Nelle ossa dei Sapiens è stata infatti trovata una maggior quantità di isotopi pesanti dell’azoto, e questo fa ipotizzare che questi esseri umani più evoluti avrebbero introdotto nella loro dieta un maggior consumo di pesce, mentre i Neanderthal avrebbero continuato a cibarsi alla solita maniera, facendo uso massiccio di carne di mammut e di bisonte.
Tuttavia, le conclusioni di queste analisi non tengono conto della possibile variazione degli isotopi dell’azoto che erano presenti nelle risorse alimentari.
In realtà, il cambiamento di fattori ambientali, quali, ad esempio, una sopravvenuta aridità del clima, possono accrescere le quantità dell’isotopo pesante dell’azoto presente nelle piante, riportando valori isotopici più elevati nella carne degli erbivori e, ovviamente, dei loro predatori, senza che avesse avuto luogo un effettivo cambiamento nella strategia dell’approvvigionamento alimentare degli umani, sia si trattasse di Neanderthal o di Sapiens.
Un recente studio, pubblicato sul Journal of Human Evolution dai ricercatori dell’Università di Tubinga, in Germania, unitamente ai colleghi del Musée Nationale de Prehistoire di Les Eyzies-de Tayac, in Francia, ha rivelato che il contenuto di azoto isotopico nelle ossa degli animali, sia erbivori, quali renne, cervi, cavalli, bisonti, sia carnivori, come i lupi, cambiò radicalmente al momento della comparsa dei primi esseri umani moderni nel Sud-Ovest della Francia.
I cambiamenti nelle ossa animali sono molto simili a quelli osservati nei fossili umani durante lo stesso periodo, a dimostrazione che non era necessario metterlo in relazione con una differenza nelle diete tra Neanderthal e Sapiens, ma piuttosto con un cambiamento di ambiente quale responsabile di una diversa impronta isotopica nelle risorse alimentari.
Inoltre, questo evento isotopico che coincise con il periodo in cui gli esseri umani moderni presero gradualmente il posto dei Neanderthal, può indicare che furono proprio i cambiamenti ambientali, come ad esempio un aumento dell’aridità del clima, a favorire gli esseri umani moderni nei confronti dei Neanderthal.
Questi nuovi risultati, insieme alla ricerca pubblicata di recente, mostrano che i Neanderthal sfruttarono anch’essi le diverse risorse alimentari più di quanto si sia ritenuto finora e ridimensiona ulteriormente le differenze biologiche tra queste due tipologie di uomini preistorici.
In questo contesto, le precise circostanze dell’estinzione dei Neanderthal rimangono, come già erano, poco chiare e probabilmente sono ben più complesse della semplice superiorità comportamentale di un tipo di uomo rispetto all’altro.