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La spada ‘magica’ dell’ultimo vichingo

Scritto da Leonardo Debbia il 24.07.2015

Nell’estate del 2011, gli archeologi del Museo di Storia Culturale di Oslo scoprirono un cimitero vichingo a Langeid, un villaggio nel Sud della Norvegia; e in una delle tombe fu fatta una scoperta sorprendente.

spada-vichinga

Crediti: Ellen C. Holthe, Museo di Storia Culturale, Università di Oslo

“Anche prima di iniziare lo scavo, si capiva che quella tomba rappresentava qualcosa di speciale. Era la più grande del cimitero e in ciascun angolo era stato praticato un buco nel terreno, un buco in cui doveva essere stato alloggiato un palo”, annuncia Camilla Cecilie Weenn, archeologa del Museo di Storia Culturale di Oslo, che dirigeva le operazioni di scavo.

I buchi dei pali facevano presumere che la tomba dovesse essere stata protetta con un tetto, segno distintivo come posto di rilievo nel cimitero.

Nella bara sul fondo c’erano però poche tracce di doni per l’Aldilà; solo due piccoli frammenti di monete d’argento, provenienti dal Nord Europa, una sicuramente vichinga, a giudicare dal rilievo, l’altra un penny, coniato sotto Ethered II d’Inghilterra, con impresse le date 978-1016.

Come si vedrà, queste date della moneta anglosassone si riveleranno poi decisive per l’attribuzione al periodo storico dell’intera sepoltura.

“Riesumando la bara”, continua Weenn, “io e i miei colleghi siamo rimasti di stucco. Lungo i lati della bara sono apparsi due oggetti metallici, che non abbiamo riconosciuto all’istante, ma solo successivamente, come l’elsa di una spada e una grande ascia da guerra. Fu naturale chiedersi se fossero stati deposti lì per proteggere il defunto o per esaltarne il potere”.

La datazione di resti di carbone rinvenuti nei buchi dei pali mostra che la tomba potrebbe risalire all’anno 1030, il che si accorda con la data incisa sulla moneta inglese.

La spada è di ferro, lunga 94 centimetri, con l’elsa ben conservata. Doveva appartenere ad un uomo ricco, vissuto nella tarda Età Vichinga. E’avvolta da un filo d’argento e l’elsa e il pomello alla sua estremità sono rivestiti in argento e oro, e bordati da un filo di rame.

La spada presenta decorazioni con grandi spirali e varie combinazioni di lettere, probabilmente in latino, dal significato ancora oscuro.

“Si può osservare chiaramente l’immagine di una mano che regge una croce”, dice Camilla Cecilie Weenn. “Ma, dal momento che non se ne sono ritrovate altre simili, la spada rimane, al momento, un unicum. La simbologia cristiana male si accorda con il suo ritrovamento in un cimitero pagano e quindi si potrebbe ipotizzare che abbia potuto far parte di un tesoro trafugato, proveniente dall’estero e portato in Norvegia da un guerriero importante”.

Nelle saghe nordiche, la spada è infatti un notevole segno di identificazione per un guerriero e riveste un particolare significato simbolico. L’oro rappresenta potere e potenza.

Le saghe raccontano di spade magiche forgiate da nani e i miti nordici cresciuti intorno all’arte del fabbro sono le testimonianze di una produzione di oggetti di alta fattura, forme di una conoscenza circoscritta a pochi iniziati.

Questo, ovviamente, avrebbe conferito alle spade l’aura magica che le accompagnava.

L’ascia ritrovata nella tomba non presenta, invece, alcuna decorazione in oro, ma ha il manico ricoperto d’ottone che, rilucendo sotto i raggi del sole, avrebbe potuto passare per oro.

Questi manici sono molto rari in Norvegia, mentre un certo numero di asce simili sono state rinvenute lungo il fiume Tamigi, a Londra.

Questo rende l’ascia un reperto interessante, meritevole di attenzione e di qualche cenno storico.

Tra la fine dell’undicesimo secolo e l’inizio del decimo ci fu una serie di battaglie lungo il Tamigi tra il re inglese, da una parte, e il re danese Sweyn Forkbeard e suo figlio Canuto, dall’altra, per la conquista del regno d’Inghilterra.

All’attacco del 1009 partecipò anche il re norvegese Olav (Haraldsson) il Santo.

I guerrieri sotto la guida del re danese provenivano da tutta la Scandinavia ed è possibile che diverse armi, tra cui queste asce, siano finite sul fondo del Tamigi durante i numerosi scontri.

E’ possibile quindi che la spada sia appartenuta ad un guerriero vichingo dell’esercito del re Canuto?

Ritenendo che la spada provenga dal di fuori della Scandinavia, è molto probabile che l’origine possa essere proprio anglosassone, forse preda di un prode guerriero, reduce dalle battaglie sul Tamigi.

Ed ecco allora che la moneta trovata nella sepoltura costituirebbe la prova decisiva che avvalorerebbe la pista ‘inglese’.

Al di là delle ipotesi più o meno suggestive, resta il fatto che la tomba Langeid è sicuramente una delle ultime testimonianze pagane che segnarono la grandezza e la fine dell’epopea vichinga in Europa.

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