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Aspettativa di vita non è stata un fattore di selezione naturale per l’homo sapiens

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.01.2011
Teschio di Homo Sapiens

Teschio di Homo Sapiens

Sembra che l’aspettativa di vita sia stata probabilmente la stessa per i primi uomini moderni e tardo arcaici e non è stata un fattore determinante per l’estinzione dei Neanderthal, suggerisce un nuovo studio da un antropologo della Washington University in St. Louis.

Molti ricercatori cercano di capire cosa abbia provocato la graduale scomparsa degli uomini di Neanderthal e l’affermazione dell’uomo moderno, il cosiddetto Homo Sapiens. Ci sono state ipotesi di vario genere, tra le quali è circolata anche quella secondo cui i nostri più diretti progenitori vivevano più a lungo rispetto ai “nonni” dei Neanderthal, e questo fatto avrebbe potuto dare un vantaggio competitivo alla nostra specie.

Ora Erik Trinkaus, docente di antropologia fisica, esaminando i reperti fossili per valutare la mortalità degli adulti per entrambi i gruppi, che hanno convissuto nelle varie regioni per circa 150.000 anni, ha rilevato che la percentuale di adulti di età compresa tra 20 e 40 anni rispetto agli adulti di età superiore a 40 anni sono circa gli stessi per primi esseri umani moderni ed i Neanderthal.

Questa distribuzione dell’età, dice Trinkaus, rispecchia modelli simili di mortalità degli adulti e la funzione delle persone anziane in un contesto di elevata mobilità a causa della necessità di cacciare e di raccogliere alimenti trovati in natura da parte delle prime popolazioni umane.

Lo studio è stato pubblicato in formato elettronico il 10 gennaio negli Atti della National Academy of Sciences.

Teschio di Neanderthal

Teschio di Neanderthal

I soggetti più anziani si trovano raramente tra i resti di esseri umani tardo arcaici, e questo ha spinto alcuni ricercatori in passato a proporre che i Neanderthal avevano un’aspettativa di vita più breve di per sé, cosa questa che avrebbe contribuito in qualche modo alla loro scomparsa.

Tuttavia, se i primi uomini moderni hanno avuto un vantaggio demografico, Trinkaus sostiene, è più probabile che fosse a causa di alti tassi di fertilità e di mortalità infantile più bassa.

“Se effettivamente ci sia un vantaggio demografico per i primi uomini moderni – almeno durante le fasi transitorie di evoluzione umana nel tardo Pleistocene – deve essere il risultato di un aumento della fertilità e/o di una ridotta mortalità infantile”, scrive Trinkaus. “Né la longevità degli adulti né i modesti spostamenti nelle fasi dello sviluppo potrebbero aver  avuto un ruolo in questa fase di transizione demografica”, conclude Trinkaus.

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