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Comportamento dei corvi sul modello del ‘Divide et impera’

Scritto da Leonardo Debbia il 05.11.2014

Chi non ricorda ‘Il corvo e la volpe’, la favola di Esopo, in cui il corvo, lusingato dalla volpe, lascia cadere il formaggio che aveva nel becco? Si trattava di un corvo da favola, però! In realtà, i corvi sono tutt’altro che animali stupidi. Gli studi sui corvi hanno infatti rivelato che questi uccelli mostrano di essere eccezionalmente intelligenti, con capacità cognitive tali da essere paragonabili a quelle delle grandi scimmie antropomorfe.

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Corvo imperiale (Covus corax)  (fonte: Wikipedia)

Questi passeracei dal piumaggio nero lucente vivono in gruppi sociali caratterizzati da rapporti complessi e assumono il potere attraverso la costruzione di legami sociali che possono essere considerati delle vere e proprie alleanze.

Attraverso pazienti e lunghe ricerche, i biologi evolutivi hanno appreso che i corvi, nel trattare con i loro simili, usano una strategia sul modello ‘Divide et impera’. In pratica, gli individui già ben integrati impediscono ad altri ‘nuovi venuti’ di costruire nuove alleanze, rompendo sul nascere i tentativi di instaurare nuovi legami.

Thomas Bugnary, ricercatore del Max Plack Institut per l’ornitologia a Seewiesen e dell’Università di Vienna, assieme al suo team, ha studiato per anni il comportamento di circa 300 corvi imperiali (Corpus corax) nel nord delle Alpi austriache, osservando che i singoli individui riescono a costruire lentamente le loro alleanze attraverso interazioni affiliative, quali il grooming e il gioco.

Il grooming – vogliamo ricordare – è il comportamento tenuto da alcuni primati nell’atto della pulizia di un loro simile dai parassiti; il momento della ‘spulciatura’, come si direbbe nel linguaggio corrente.

Tuttavia, è stato osservato che queste interazioni venivano sistematicamente interrotte all’arrivo di un terzo individuo estraneo, praticamente un intruso.

Anche se nel 50 per cento dei casi questi interventi determinavano lo scioglimento del rapporto tra i due individui, queste ‘ingerenze’ diventavano potenzialmente rischiose quando i due affiliati facevano parte di un gruppo che poteva scacciare il nuovo venuto, sicuramente avvertito come elemento di disturbo.

E’ interessante notare che i ricercatori hanno scoperto che questi interventi non avvengono a caso. In particolare, i corvi che hanno già stabilito una relazione, un’alleanza, tendono ad interrompere le interazioni affiliative di quegli individui che volessero stabilirne di nuove.

Questo comportamento era già stato descritto nel 2011 da uno studio polacco sui corvi imperiali della foresta di Cracovia. Il prof. Selva, dell’Università di Cracovia, aveva riscontrato che l’atteggiamento discriminatorio da parte del gruppo già consolidato veniva tenuto anche nei confronti degli individui giovani, le cui feci, analizzate, avevano rivelato un alto contenuto di corticosterone (l’ormone dello stress).

“A causa del loro potere già stabilito, i corvi già alleati possono permettersi queste strategie”, spiega l’autore leader della ricerca, Jorg Massen, ricercatore dell’Università di Vienna. “Essi si rivolgono specificamente a quei corvi che stanno tentando di stabilire una nuova alleanza, cercando di impedire loro di diventare dei concorrenti”.

Massen sottolinea che al momento dell’intervento, i corvi che tentano di inserirsi sono avvertiti come una minaccia per i corvi già alleati.

“Sembra che i corvi siano al corrente delle relazioni tra gli altri individui e abbiano una profonda comprensione di quando intervenire nelle interazioni affiliative e quando no; cioè non quando si tratta di relazioni temporanee, ma anche non quando l’alleanza è già costituita ed è ormai troppo tardi per romperla”, afferma Massen.

Questa è la prima volta che una manovra politica così sofisticata viene descritta in animali così diversi dagli esseri umani.

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