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Giunone è partita verso Giove. Ma è Juno, una sonda della NASA

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.08.2011

Giove con l'ombra di una sua lunaCAPE CANAVERAL, Florida – La sonda a propulsione solare della NASA, Juno (Giunone) è decollata da Cape Canaveral alle 19.25 ora italiana di ieri venerdì 5 agosto per iniziare il suo viaggio lungo ben 5 anni verso Giove.

Lo studio dettagliato di Juno del più grande pianeta del nostro sistema solare contribuirà a svelare l’origine e l’evoluzione di Giove. Considerato l’archetipo di pianeti gassosi giganti, Giove può aiutare gli scienziati a capire l’origine del nostro sistema solare e saperne di più sui sistemi planetari attorno ad altre stelle.

“Oggi, con il lancio della navicella Juno, la NASA ha iniziato un viaggio verso un’altra nuova frontiera”, ha detto l’amministratore della NASA Charles Bolden. “Il futuro dell’esplorazione spaziale include anche missioni scientifiche d’avanguardia come questa, che ci aiuterà a capire meglio il nostro sistema solare”.

Dopo il lancio di Juno grazie ad un razzo Atlas V, i responsabili della missione ora attendono i dati di telemetria del veicolo spaziale, che dovrebbero indicare il corretto orientamento verso la destinazione finale, ossia Giove, e il posizionamento dei suoi pannelli solari, più grandi di quelli presenti in qualsiasi altra sonda destinata allo spazio profondo costruita dalla NASA. I pannelli provvederanno a fornire l’energia necessaria per tutta la durata della missione.

“Siamo sulla buona strada per la buona riuscita del lancio, e le prime indicazioni mostrano che siamo sulla traiettoria prevista”, ha detto Jan Chodas, Juno project manager del NASA Propulsion Laboratory Jet (JPL) di Pasadena, in California. “Sapremo di più sullo stato di Juno quando la sua radio trasmittente inizierà ad inviare il segnale che verrà poi acquisito dalle antenne del Deep Space Network (un network di radiotelescopi) a Canberra”.

Juno coprirà la distanza dalla Terra alla Luna (circa 400 mila chilometri) in meno di un giorno. Ci vorranno altri cinque anni e 2.800 milioni di chilometri per completare il viaggio verso Giove. La sonda orbiterà attorno ai poli del pianeta 33 volte e utilizzerà la sua collezione di otto strumenti scientifici per sondare al di sotto del denso strato di nubi che oscura il gigante gassoso, per saperne di più sulle sue origini, sulla struttura, l’atmosfera e la magnetosfera, e cercare un eventuale nucleo solido del pianeta.

Con quattro lune di grandi dimensioni e molte lune più piccole, Giove forma il suo proprio sistema solare in miniatura. La sua composizione assomiglia ad una stella, e se fosse stato circa 80 volte più massiccio, il pianeta avrebbe potuto diventare una stella, potendosi innescare al suo interno reazioni nucleari di fusione.

“Giove è la Stele di Rosetta del nostro sistema solare”, ha dichiarato Scott Bolton, ricercatore che lavorerà alla missione Juno presso il Southwest Research Institute di San Antonio, USA. “E’ di gran lunga il più antico pianeta, contiene più materia di tutti gli altri pianeti, asteroidi e comete messi insieme e porta in profondità al suo interno la storia non solo del sistema solare, ma anche della vita. Juno è come se fosse il nostro emissario. Interpreterà ciò che Giove ha da dire.”

Galileo verso Giove

Galileo verso Giove

Il nome di Juno, ossia Giunone, viene dalla mitologia greca e romana. Il dio Giove aveva un velo di nuvole intorno a sé per nascondere il suo male, e sua moglie, la dea Giunone, era in grado di scrutare attraverso le nubi che rivelano la vera natura di Giove.

Una curiosità: sulla sonda Juno è stata attaccata una targa commemorativa con l’immagine di Galileo Galilei e una delle pagine della sua opera in cui descrive le meravigliose scoperte su Giove. Galileo, con il telescopio di sua invenzione, fu il primo ad osservare la presenza di nubi che si modificavano sul pianeta gigante e a scoprire la presenza di quattro dei suoi satelliti –  Io, Europa, Ganimede e Callisto.

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  • Redazione scrive:

    Il DSN è una rete di radiotelescopi, ma la centrale in cui il segnale verrà acquisito è a Camberra. Grazie per le altre correzioni.
    La redazione

  • mmm scrive:

    Avete fatto diversi errori nell’articolo:
    1. La sonda è partita alle ore 19.25 orario italiano e non alle 20.25
    2. Il giorno di partenza è VENERDì 5 Agosto e non SABATO
    3. Il “Deep Space Network” (DSN) non è un radiotelescopio di Canberra bensì una rete di radiotelescopi (fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Deep_Space_Network)

    eddai su…