Un nuovo studio ha rivelato che gli scimpanzé hanno gli stessi tipi di sorrisi paragonabili agli esseri umani e questo induce a presupporre che questi tipi di sorrisi si siano evoluti da espressioni positive di scimmie ancestrali.
I nuovi risultati dell’Università di Portsmouth suggeriscono che la comunicazione tra gli scimpanzé è molto simile a quella che avviene tra gli esseri umani; più di quanto si sia ritenuto finora.
La risata dello scimpanzé a confronto con quella umana (crediti: Università di Portsmouth)
La ricerca ha anche scoperto che gli scimpanzé sono in grado di produrre questi tipi di sorriso ‘in silenzio’, senza cioè dover necessariamente accompagnare la risata con suoni o particolari vocalizzazioni.
A guida della ricerca, la dott.ssa Marina Davila-Ross, del Centro per lo Studio delle Emozioni presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università, che assieme ai colleghi ha studiato per anni le espressioni facciali dei primati per scoprire le origini evolutive del riso e del sorriso negli esseri umani.
“Gli esseri umani hanno la possibilità di sorridere, senza per questo parlare o ridere apertamente”, afferma la dott.ssa Ross. “Questa capacità di utilizzare in modo flessibile le nostre espressioni facciali ci permette di comunicare in modo più esplicito e versatile, ma finora non sapevamo che anche gli scimpanzé potessero produrre espressioni facciali ‘libere’, senza cioè emettere suoni o vocalizzi”.
I ricercatori hanno filmato 46 scimpanzè al Chimfunshi Wildlife Orphanage e hanno usato ChimpFACS, ossia un ‘sistema di azioni di codifica facciale progettato appositamente per gli scimpanzé’, per valutare i loro movimenti facciali.
Kim Bard, co-autore dello studio, che ha anche progettato ChimpFACS, ha dichiarato: “Il sistema di codifica ci consente di esaminare i movimenti facciali molto lievi e confrontarli con le espressioni facciali umane, sulla base della muscolatura coinvolta nella risata e che viene condivisa nelle due specie”.
Lo studio ha esaminato specifici tipi di sorrisi che sono spesso accompagnati dai suoni delle risate e ha scoperto che questi tipi di sorrisi hanno la stessa origine evolutiva dei sorrisi degli esseri umani.
Lo studio suggerisce inoltre che la flessibilità delle espressioni facciali era già presente nelle scimmie ancestrali ed è emersa molto prima dell’evoluzione degli stessi esseri umani.
Si parla di 16 milioni di anni fa.
Fino a qualche anno fa si riteneva, tuttavia, che la risata delle scimmie fosse un riflesso empatico, pronto ad insorgere ‘per imitazione’, come risposta ad uno stimolo esterno.
La dott.ssa Ross, con esperimenti sui primati, aveva da tempo scoperto che il solletico induceva la risata in 20 giovani scimmie, tra cui, scimpanzè, oranghi, bonobo e gorilla.
Ebbene, ora si è scoperto che gli scimpanzé vanno oltre la risposta comunque ‘indotta’, ma sono capaci di ridere come noi.
La dott.ssa Ross ammette che ci sono tuttavia delle differenze fondamentali tra le espressioni ridanciane degli esseri umani e delle scimmie nostre antenate.
“Gli scimpanzé solo raramente mostrano le zampe di gallina agli angoli degli occhi quando ridono, mentre questo tratto è caratteristico nella risata spontanea di molti esseri umani”.
Questo sorriso emozionale, cioè autentico, è chiamato anche ‘sorriso Duchenne’, in onore del neurologo francese Guillaume-Benjamin Duchenne, che scrisse il primo testo scientifico sulle espressioni emozionali del volto.
“Questo tipo di comportamento non mi sorprende”, aveva commentato alcuni mesi fa Diana Reiss, docente di psicologia conoscitiva ed esperta di comunicazione animale presso l’Hunter College di New York City. “C’è molta continuità tra gli esseri umani e le grandi scimmie e stiamo scoprendola pian piano”.
La sua affermazione poteva suonare come profetica, ma era frutto di studi e indicativa di ulteriori ricerche che, opportunamente condotte, sono sfociate nella scoperta della dott.ssa Ross.