Molto prima dei dinosauri, sulla Terra comparve uno strano gruppo di rettili erbivori di grandi dimensioni, i pareiasauri (Pareiasauridae), i cui resti sono stati ritrovati un po’ovunque nel mondo, dal Sud Africa all’Europa (Russia, Scozia, Germania), dall’Asia (Cina) al Sud America, ma di cui finora non si sapeva con certezza se fossero esistiti come gruppi distinti ma con caratteristiche simili e se si fossero diversificati nei diversi continenti.
Ora, per la prima volta, da un paleontologo dell’Università di Bristol è stato pubblicato un esame approfondito di tutti i resti degli esemplari rinvenuti in Cina, che erano stati considerati come ‘i più brutti rettili fossili”.
Nel nuovo studio, pubblicato sul Zoological Journal of Linnean Society, il professor Mike Benton, paleontologo della Facoltà di Scienze della Terra presso l’Università di Bristol, evidenzia alcune somiglianze tra i fossili cinesi e quelli rinvenuti in Russia e Sud Africa; caratteristiche che indicherebbero che gli enormi erbivori sarebbero stati in grado di superare distanze considerevoli sulla Terra, nonostante l’andatura lenta e pesante dovuta alle gigantesche proporzioni.
“Finora in Cina erano state descritte sei specie di pareiasauri, provenienti soprattutto dalle rocce permiane che delimitano il corso del Fiume Giallo, tra Shaanxi e le province dello Shaanxi”, afferma il professor Benton. “Ho avuto la possibilità di studiare i resti di tutti questi esemplari nei musei di Pechino e di visitare poi i siti di provenienza. Dalle analisi delle ossa, si può dedurre che il numero delle specie può essere ridotto a tre e il periodo in cui vissero possa ritenersi sia stato tra i 260 e i 240 milioni di anni fa”.
I pareiasauri erano animali massicci, di una lunghezza che raggiungeva anche i tre metri, con il corpo a forma di botte, gli arti corti e robusti e la testa piccola. La bocca era fornita di denti a forma di foglia, dotati di numerose cuspidi, simili a quelli di molti altri erbivori. Il muso e il corpo erano coperti da numerose protuberanze ossee (osteodermi).
E’ probabile che questi rettili vivessero in zone di pianura umide, nutrendosi di enormi quantità di vegetazione, peraltro di scarso valore nutritivo.
All’alimentazione erbivora si è risaliti sia dalle dentature che dai luoghi di rinvenimento.
Non si conoscono, infatti, contenuti dello stomaco o feci fossili di pareiasauri, ma in Russia sono stati trovati degli individui fossilizzati in posizione eretta sulle quattro zampe in depositi alluvionali, per cui era stato ritenuto che potessero aver avuto l’abitudine sia di sguazzare in pozze di fango lungo i corsi d’acqua, probabilmente per rinfrescarsi o costruirsi una sorta di rivestimento cutaneo per tener lontani i parassiti, sia per cibarsi della folta vegetazione presente lungo le rive.
Il nuovo studio conferma che le tre specie di pareiasauri cinesi differiscono l’una dall’altra per le dimensioni corporee e la forma dei denti.
“Il mio studio dell’evoluzione dei pareiasauri dimostra che le specie cinesi sono strettamente correlate con specie affini della Russia e del Sud Africa”, dichiara il professor Benton. “Nonostante le dimensioni e l’andatura molto lenta, furono sicuramente in grado di spostarsi tra i continenti. Possiamo osservare la stessa sequenza di due o tre forme in tutto il mondo e non vi è alcuna prova che la Cina o qualsiasi altra regione, a quel tempo, fosse isolata”.
I pareiasauri sono stati realmente i primi grandi erbivori sulla Terra, ma la loro permanenza sul pianeta fu breve.
Come in altre parti del mondo, le specie animali in Cina furono spazzate via dalla devastazione che decretò l’estinzione di massa di fine-Permiano, 252 milioni di anni fa, quando il novanta per cento delle specie furono sterminate dalle piogge acide e dal riscaldamento globale provocato dalle massicce eruzioni vulcaniche in Russia.
Senza i boschi, i suoli furono dilavati dalle acque e fluitati nei mari. Il riscaldamento dell’atmosfera e degli oceani fu il risultato di un intenso rilascio di anidride carbonica e metano che sterminò gran parte degli organismi viventi.
L’estinzione di massa del Permiano spazzò via anche i pareiasauri, che erano rimasti sulla Terra solo per una decina di milioni di anni.