Gli esseri umani sono sulla Terra da centinaia di migliaia di anni. Ad iniziare dalle prime grandi civiltà – quindi da millenni – si sono sempre posti una gran quantità di domande sul pianeta che li ospitava. Eppure, ancora oggi ci sono domande alle quali manca una risposta.
Si conoscono gli oceani più profondi, i monti più elevati, la fauna più ‘strana’, i processi chimici e fisici della natura, ma non si conosce – ad esempio – quale sia stato, nel passato, il luogo più pericoloso del nostro pianeta.
Tuttavia, relativamente a questa questione sono giunti ora in soccorso i paleontologi, gli studiosi del passato più remoto, coloro che indagano sulle faune, le flore, i climi e gli ambienti di milioni di anni fa.
Alla luce delle conoscenze acquisite, questi studiosi hanno spiegato che il luogo più pericoloso di tutti i tempi può senza dubbio essere individuato in un’area africana, sede di estese formazioni rocciose del Cretaceo, conosciuta come Gruppo Kem Kem, nel deserto del Sahara.
Formazioni geologiche del Gruppo Kem Kem, Marocco (crediti: Ibrahim et alii, Università di Detroit Mercy)
100 milioni di anni fa – raccontano i ricercatori – feroci predatori, tra cui rettili volanti e bestioni simili a coccodrilli, resero il Sahara il luogo più pericoloso del nostro pianeta.
Questa affermazione ha fatto seguito ad un’ampia recensione che ha esaminato quasi 100 anni di vertebrati fossili provenienti dall’ area di formazioni rocciose cretaciche del Gruppo Kem Kem nel sud-est del Marocco.
La recensione, che è stata pubblicata sulla rivista Zookeys, ‘fornisce una finestra sull’età africana dei dinosauri‘, come afferma l’autore principale della ricerca, il paleontologo Nizar Ibrahim, docente di biologia all’Università di Detroit Mercy, Michigan, che si è avvalso dell’aiuto del prof. David Martill, docente di paleobiologia all’Università di Portsmouth, Regno Unito.
Circa 100 milioni di anni fa l’area ospitava un vasto sistema fluviale e foreste lussureggianti in cui si aggirava una fauna ricca e molto diversificata, composta perlopiù da animali, sia acquatici che terrestri, di dimensioni gigantesche.
I fossili del Gruppo Kem Kem comprendono, infatti, tre dei più grandi dinosauri predatori mai conosciuti: il Carcharodontosaurus dai denti a sciabola, il cui corpo misurava oltre 12 metri di lunghezza ed un cranio provvisto di enormi mascelle fornite di denti seghettati lunghi 8 centimetri; il Deltadromeus, un corridore dalle lunghe zampe, lungo più di 8 metri, il più rapido; lo Spinosaurus che, con i suoi 15 metri di lunghezza, era il più grande in assoluto. Oltre ad impressionanti pterosauri (o dinosauri volanti) e feroci predatori acquatici simili a coccodrilli.
Il dr Ibrahim dichiara: “Questo è stato, senza alcun dubbio, il luogo più pericoloso nella storia della Terra; un posto dove un viaggiatore del tempo non sarebbe durato a lungo”, ironizza lo studioso.
Ricostruzione di Carcharodontosaurus saharicus
Cranio di Carcharodontosaurus saharicus
Scheletro di Deltadromeus nella posizione che si ritiene avesse in vita
Secondo il prof. David Martill, i fiumi erano ricchi di pesce e le grandi dimensioni dei predatori erano assicurate, così come l’abbondanza delle prede. “Quel posto era pieno di pesci enormi, tra cui celacanti giganti e pesci polmonati (Dipnoi). I celacanti dell’epoca erano di dimensioni da quattro a cinque volte maggiori dei celacanti attuali”.
Dimesioni davvero incredibili, se si considera che l’unica specie rimasta, Latimeria, considerata un ‘fossile vivente’, è lunga ‘soltanto’ due metri circa.