Correva l’anno 1976 quando il primo super computer, il Cray-1, veniva prodotto e commercializzato. Gli uomini erano già sbarcati sulla Luna da 7 anni e nasceva il Concorde, il primo aereo supersonico per scopi commerciali. Gli astronomi cercavano segnali di vita extraterrestre nello spazio e contemporaneamente la Terra, come un enorme megafono, parlava allo spazio circostante attraverso i segnali radio, TV e satellitari lasciati fluire senza sosta già da vari decenni. Alla domanda “siamo soli nell’Universo?” gli scienziati non sapevano rispondere, ma prevaleva la sensazione che no, la probabilità di trovare un pianeta simile alla Terra era troppo remota.
Oggi un team di scienziati europei dice invece che a soli 35 anni luce dalla Terra c’è un “piccolo” pianeta roccioso solo 3,5 volte la taglia della nostra casa. Il pianeta è il più piccolo e il più simile alla Terra mai trovato e potrebbe essere in grado di sostenere la vita. Il mondo alieno è uno dei circa 50 esopianeti (pianeti fuori del sistema solare), di cui 16 sono chiamati “super-Terre”, scoperti recentemente dai cacciatori di pianeti europei. Se qualcuno ci dovesse mai ascoltare da HD85512, potrebbe quindi starsi gustando i nostri segnali radio emessi nello spazio fino al 1976.
L’esopianeta roccioso orbita attorno a una stella chiamata “HD85512”, situata a 35 anni luce dalla Terra. Il mondo alieno è conosciuto con il suffisso “b” dopo il nome della stella, e fa parte di una classe di pianeti extrasolari conosciuti come “super-Terre”, mondi rocciosi non più di 10 volte la massa della Terra.
Lisa Kaltenegger fa parte del Max Planck Institute for Astronomy in Germania e dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics in Massachusetts. “Entro una decina di masse terrestri un pianeta può essere roccioso e, quindi, potrebbe essere simile al nostro pianeta”, ha detto.
HD85512-b è stato scoperto da un team di astronomi europei, grazie all’uso del progetto HARPS, che misura con altissima precisione l’oscillazione di luminosità delle stelle.
Utilizzando il telescopio dell’Osservatorio europeo meridionale di La Silla in Cile, il cacciatore di pianeti HARPS ha scovato il pianeta “b” in orbita attorno alla sua stella, un sole leggermente più piccolo e freddo del nostro, ad una distanza di 150 milioni di chilometri da esso, ossia quasi la stessa distanza tra la Terra e il Sole. Questo pianeta quindi è in condizioni estremamente favorevoli per ospitare la vita come la conosciamo, trovandosi nel pieno di quella che gli astronomi chiamano “zona abitabile”.
Un pianeta nella zona abitabile si trova alla giusta distanza dal suo sole perché la temperatura della superficie del pianeta non sia né troppo calda né troppo fredda. Le condizioni su questo tipo di pianeti di cui la Tera ovviamente fa parte possono consentire l’esistenza di acqua allo stato liquido, che è essenziale per sostenere la vita.
L’unico modo per gli scienziati planetari di determinare se la vita può esistere su questo pianeta è leggere nella sua luce le firme chimiche dell’acqua e di vari gas associati con gli organismi viventi, come ossigeno, anidride carbonica, metano e ozono.
Ma gli astronomi dicono che il pianeta è così lontano e la sua atmosfera così sottile che i telescopi attuali non possono catturare queste fondamentali informazioni. E per questo, dicono, avranno bisogno del futuro European Extremely Large Telescope, o E-ELT. La costruzione dello strumento di un miliardo di dollari inizierà infatti l’anno prossimo. Quando sarà completato, il telescopio da 40 metri a base di ottica e nel vicino infrarosso sarà il più grande del suo genere al mondo, raccogliendo 15 volte più luce rispetto a qualsiasi telescopio esistente, compreso il telescopio spaziale Hubble.
E-ELT conterrà uno spettrografo ottico che analizzerà il contenuto dell’atmosfera dei pianeti di tipo “b” e di altri esopianeti grazie alla divisione di luce in entrata, con ogni elemento nell’atmosfera del pianeta che rifletterà un diverso colore nello spettro della luce visibile.
Kaltenegger dice che è un momento emozionante per gli scienziati alla ricerca di pianeti extrasolari. “Stiamo davvero per arrivare fin là con i nostri telescopi per scoprire mondi nuovi. E potremo farlo antro pochi anni, ” ha detto.
Finora sono stati scoperti un totale di oltre 600 pianeti extrasolari nei sistemi planetari vicini a noi vicini, 150 dei quali da parte del team di HARPS. Ma la maggior parte sono pianeti giganti gassosi che orbitano intorno a stelle di grandi dimensioni ben oltre la zona abitabile. Nel 2007, il progetto HARPS ha trovato l’unica altra super-Terra, un pianeta roccioso quasi otto volte la massa della Terra, in orbita intorno al bordo esterno della zona abitabile della sua stella.
La scoperta di 50 nuovi eso-pianeti, tra cui HD85512-b, la più piccola e promettente super-Terra finora scoperta, è un vero successo per il team di HARPS.