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Pipistrelli e piante: una inattesa attrazione fatale

Scritto da Leonardo Debbia il 13.08.2015

Ovunque, nel mondo, perché si possano formare degli ecosistemi è spesso necessaria, se non essenziale, una componente talvolta fondamentale: il mutualismo tra specie, anche appartenenti a regni diversi, come regno animale e regno vegetale.

Queste relazioni si esplicano, ad esempio, attraverso l’utilizzazione, da parte delle piante, di odori o colori particolari con cui queste attraggono gli animali, solitamente insetti.

Ma oltre agli stimoli visivi, è stata ora verificata anche una comunicazione acustica.

E’ di questi giorni la notizia, riportata dalla rivista Current Biology, di una ‘strana’ relazione tra una pianta carnivora, la Nepenthes hemsleyana, e il pipistrello Kerivoula hardwickii, due specie viventi nelle foreste del Borneo.

pipistrello-pianta

Una serie di esperimenti condotti da un team dell’Università ‘Ernst-Moritz-Arndt’ di Greifswald, in Germania, guidato da Michael Schoner, ha evidenziato che l’orifizio concavo della campana fiorale della pianta funge, di fatto, da organo di risonanza per gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli durante il volo.

Mediante numerose prove, i ricercatori hanno accertato che gli ultrasuoni vengono riflessi da qualsiasi direzione provengano e per questo hanno definito la pianta un ‘riflettore di suoni multidirezionale’.

Anche dal fitto della vegetazione, con la pianta semi-nascosta dalle altre, i segnali vengono infatti recepiti e respinti, segnalando così la posizione della pianta a terra, fenomeno che si può interpretare come l’instaurarsi di un collegamento tra le due specie.

E difatti, qualora la pianta venga privata di questa ‘cassa di risonanza’, perde interesse per i pipistrelli, che tendono quindi ad ignorarla.

Per quale motivo si stabilisca questo collegamento, è presto spiegato.

La relazione è un tipico esempio del mutualismo cui si accennava in apertura.

Durante il giorno, il pipistrello trova un ottimo rifugio dai parassiti nella ‘campana’ della pianta carnivora.

Il prezzo richiesto per questa ospitalità viene ‘saldato’dalle deiezioni che il pipistrello lascia in abbondanza nella cavità e che costituiscono un’appetibile risorsa alimentare di composti azotati, di cui la pianta necessita per vivere.

“Al momento, non possiamo affermare con certezza che le piante si sono evolute nella struttura soltanto grazie ai pipistrelli”, dichiara, cauto, Schoner. “Ma è pur vero che i pipistrelli usano questa struttura in un modo reciprocamente vantaggioso. E’ comunque molto probabile che l’evoluzione abbia guidato lo sviluppo di questi riflettori sonori”.

Un’altra considerazione da fare è che siamo in presenza del primo esempio di piante che attirano animali per uno scopo diverso dalla impollinazione, secondo il ricercatore. Come è pure il primo esempio dell’esistenza di una tale struttura al di fuori del Centro o del Sud America.

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