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AGILE, il satellite dell’Agenzia spaziale italiana fa nuove scoperte

Scritto da Silvia Buda il 10.06.2015

Dopo ben 8 anni in orbita, AGILE, acronimo di Astrorilevatore Gamma e Immagini Leggero, fa delle nuove ed importantissime scoperte. Il satellite artificiale dell’Asi fu lanciato dalla base indiana di Sriharikota nel mese di aprile del 2007, con lo scopo di studiare le sorgenti celesti di raggi gamma, che sono quelle radiazioni invisibili a occhio nudo.

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AGILE costruito da un team tutto italiano, frutto della collaborazione tra Asi, Inaf e Infn insieme al Cnr e all’industria nazionale, è stato inserito in un’orbita circolare quasi equatoriale, a 540 km di altezza con inclinazione di 2,3°, che viene percorsa in circa 90 minuti ed è costato 60 milioni di euro.  I dati da lui raccolti sono acquisiti e gestiti dall’ASDC, il centro dati dell’Asi diretto da Paolo Giommi.  Carlotta Pittori, coordinatrice del centro dati scientifici della missione AGILE, ha detto che: “Per la prima volta è stata realizzata una pagina web interattiva, sul modello utilizzato per le sorgenti astrofisiche, che integra dati di osservazione della Terra”.

Il satellite che, ruota su se stesso ogni 7 minuti, permette agli scienziati di monitorare tutta la volta celeste, inclusa l’area che comprende la nebulosa Granchio che si trova nella costellazione del Toro, dove AGILE, il 19 settembre 2010, ha scoperto una variabilità nell’emissione gamma della nebulosa. La notizia della variabilità del Granchio era sorprendente, considerato che le pulsar sono conosciute notoriamente per essere le sorgenti più stabili del cielo, invece AGILE scoprì che una pulsar wind nebula (PWN) potesse variare. Tale scoperta portò Marco Tavani, responsabile scientifico della missione, e il suo gruppo, a vincere il  prestigioso premio Bruno Rossi del 2012 per quanto riguarda l’astrofisica.

Il satellite AGILE ha anche la capacità di osservare fenomeni terrestri, come i lampi di raggi gamma chiamati Terrestrial Gamma-Ray Flashes (TGF), eventi ad alta intensità energetica prodotti da forti temporali. Esso ha scoperto caratteristiche finora ignote del fenomeno e ha rilevato che esistono in natura TGF molto più energetici di quelli noti, fino a energie dell’ordine di 100 milioni di elettronvolt. La sua recente scoperta ha messo in crisi le teorie finora conosciute.

Nelle ultime settimane, il team italiano di scienziati ha migliorato la configurazione dello strumento a bordo, introducendo anche un’ulteriore potenzialità, quella dello studio di particelle accelerate in possibile correlazione con fenomeni sismici. Tale studio sarebbe volto a verificare l’esistenza di una relazione tra eventi, come i terremoti, e le precipitazioni di particelle cariche nella magnetosfera terrestre.

Una curiosità per tutti gli appassionati di spazio: C’è anche un’applicazione, chiamata “AGILEScience” che permette di osservare l’immagine dell’Universo così come visto dal satellite AGILE. AGILEScience esiste per iOS, ed è consultabile anche da Android e Windows Phone via web.

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