Arrivano delle belle novità dalla sonda Cassini. Cassini–Huygens, composta da due elementi, l’orbiter Cassini della NASA e il lander Huygens dell’ESA è una missione robotica interplanetaria che è stata lanciata il 15 ottobre del 1997 con il compito di studiare il pianeta Saturno con i suoi anelli e tutte le sue numerose lune. Cassini è la prima sonda entrata nell’orbita di Saturno, la sua missione è iniziata il 1º luglio del 2004 e quasi un anno dopo, il 14 gennaio 2005 Huygens è scesa nell’atmosfera del satellite per raccogliere immagini, dati importanti sull’atmosfera del pianeta e anche rumori dall’ambiente circostante.
L’orbiter Cassini prende il nome dall’astronomo italiano Gian Domenico Cassini che alla fine del Seicento dedicò i suoi studi scientifici al pianeta Saturno e ai suoi anelli; mentre, il lander Huygens prende il nome dall’astronomo olandese Christiaan Huygens che nel 1600, osservando lo spazio con il suo telescopio scoprì Titano, la principale luna di Saturno.
Ora, la bella novità sta nel fatto che Cassini, continuando la sua attività di raccolta campioni, ha rivelato dei granelli provenienti dallo spazio interstellare. Si tratta di milioni di granelli di polvere celeste raccolti da Cassini attorno a Saturno, di cui alcune decine sono provenienti dallo spazio interstellare. Queste polveri sono molto simili a dei granelli di sabbia e sarebbero le “spoglie” delle stelle giganti, o meglio, ciò che resta della loro morte.
Gli astronomi si dedicano ad analizzare la composizione di questi granelli interstellari per potere meglio capire come essi si uniscano per formare dei nuovi sistemi. Fra tutte queste polveri celesti e aliene, ci sono 36 granuli ultrasottili che più di altri attraggono l’attenzione degli astronomi. Quello che colpisce di più i responsabili della missione è la composizione di questi granuli e la velocità a cui viaggiavano che è di ben 72 mila km all’ora, una velocità così elevata da non far sì che tali granelli vengano catturati dalla gravità del Sole e dei suoi pianeti e che rivelerebbe la loro provenienza aliena. Essi provengono da lontano, non dal nostro sistema solare, ma dallo spazio interstellare e sono costituiti da un materiale rarefatto fatto di gas e polveri.
Durante la sua missione, la sonda Cassini è stata in grado di raccogliere alcuni di questi “granelli interstellari” scoprendo che la loro composizione, invece di essere diversa come si pensava, è alquanto omogenea, costituita soprattutto da magnesio, calcio, ferro, silicio e anche ossigeno.