Il rover Curiosity ha scoperto che c’è una sorprendente quantità di acqua nel suolo di Marte,circa il 2%, anche se in forma “legata” nei minerali, secondo un’analisi fatta dagli strumenti di analisi a bordo del rover della NASA Curiosity.
Quando il rover ha riscaldato un piccolo campione di roccia raccolto a terra, il vapore emesso conteneva H2O. La ricercatrice Laurie Leshin e colleghi, che hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Science, affermano che le rocce superficiali del Pianeta Rosso contengono circa il 2% di acqua.
Questa secondo gli scienziati potrebbe essere una risorsa utile per i futuri astronauti.
E’ davvero facile estrarre dell’acqua da queste rocce. “Pensate che basta scaldare questo terreno fino a poche centinaia di gradi per poter ricavare acqua liquida,” ha spiegato Leshin.
“E questo tipo di terreno è interessante in quanto sembra essere presente su Marte circa con la stessa composizione ovunque tu vada. Se sei un esploratore umano, questa è davvero una buona notizia, perché si può facilmente estrarre l’acqua quasi ovunque.”
La rivelazione della quantità di acqua nel terreno è solo una delle tantissime informazion che stanno arrivando da diversi studi sul suolo marziano pubblicate in questi giorni.
Alcuni di questi dati sono stati riportati in precedenza in occasione delle riunioni scientifiche e nelle conferenze stampa della Nasa. In particolare lo studio di Leshin e colleghi riguarda il campione di roccia prelevato tempo fa da Curiosity presso il sito “Rocknest” , un mucchio di sabbia accumulato dal vento a circa 400 metri da dove Curiosity atterrò nel mese di agosto 2012.
Il robot ha utilizzato i suoi strumenti per raccogliere, setacciare e analizzare questo terreno marziano grazie allo strumento SAM, un cero e proprio laboratorio chimico fisico nascosto dentro la pancia di Curiosity.
SAM riesce a riscaldare campioni di roccia o terreno e ad individuare grazie a e speciali sensori eventuali gas che vengono rilasciati. Questi prodotti servono quindi a risalire alla presenza di diversi componenti chimici presenti nel suolo.
Così, per esempio, Curiosity ha scoperto la presenza di una percentuale significativa di anidride carbonica – la probabile conseguenza di minerali di carbonato nel campione. I carbonati si formano in presenza di acqua, e questo lascia pensare che nel passato marziano ci fosse acqua in forma liquida sul suolo.
Inoltre, sono stati osservati ossigeno e cloro – un segnale che molti si aspettavano di vedere dopo le conclusioni simili di altri studi condotti dalla sonda della NASA Pheonix nel 2008.
“Pensiamo che questi due conponenti [ossigeno e cloro] siano prodotti dalla presenza di un minerale chiamato perclorato”, ha detto Leshin.
“Se l’acqua è la buona notizia per gli astronauti, questa è la cattiva notizia. Il perclorato effettivamente interferisce con la funzione della tiroide, quindi potrebbe essere un problema se gli umani dovessero ingerire alcune delle polveri fini su Marte. E’ qualcosa che dobbiamo sapere ora, così da poter pianificare azioni in un secondo momento.”
Intanto il rover Curiosity è ora impegnato a percorrere il cratere Gale, compiendo decine di metri al giorno ormai dal mese di luglio, per raggiungere i piedi di una montagna dove gli scienziati sperano di trovare una risposta alla domanda: è esistita la vita su Marte?