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Italia in prima fila nel successo del telescopio Planck

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.01.2011

Planck è un telescoTelescopio Planckpio dell’ESA fatto appositamente per registrare radiazione a microonde, ossia il background della radiazione dell’Universo,  il fondo cosmico che, opportunamente analizzato, ci fornisce una fotografia dei primi istanti dell’universo. Uno sguardo nuovo e più completo a tutte le regioni dell’Universo.

“Per la prima volta”, dice Gianfranco De Zotti, astronomo ordinario presso l’INAF-Osservatorio astronomico di Padova, “abbiamo una visione globale di tutta la complessità dei fenomeni che sono coinvolti nel processo di formazione di nuove stelle. Un processo ancora assai poco conosciuto, perché dipende da un insieme di fenomeni fisici estremamente difficili da individuare e da ricostruire in modo adeguato”.

Per ricostruire una fotografia accurata della storia dell’Universo, occorre sottrarre le fonti di radiazione come le stelle, le galassie e tutte quelle sorgenti che si sovrappongono al fondo cosmico. E questa sorta di “raccolta differenziata”  a Planck riesce benissimo, visto che possiede rilevatori in grado di registrare nove frequenze diverse, grazie a due strumenti: LFI, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e realizzato da un consorzio internazionale sotto la guida di Reno Mandolesi dell’INAF-IASF Bologna, per le frequenze da 30 a 70 GHz; e HFI, a guida francese, per le frequenze dai 100 agli 857 GHz.

E i ricercatori italiani sono in prima linea anche per quanto riguarda la separazione delle componenti, attività coordinata, per Planck, proprio da Gianfranco De Zotti: “I metodi sviluppati in Italia sono molto competitivi, certamente fra i migliori esistenti. E questo ci dà un po’ di vantaggio, permettendoci di estrarre i dati astrofisici in modo piuttosto efficiente”.

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