Lo shuttle, o una sua versione striminzita, forse in ultimo non scomparirà. Nella corsa dei privati allo spazio, fortemente incentivata dalla NASA negli ultimi anni e che inizia a dare i primi risultati con l’invio in orbita della capsula Dragon della SpaceX, ecco apparire anche un altro player, che questa volta però ha le spalle larghe, essendo finanziato nientemeno che da Boeing e Lockheed.
Sembra che non tutti siano contenti di lasciar cadere l’eredità dello Space Shuttle nel nulla. Orbital Sciences Corp. ha rivelato le sue carte, dicendo di star sviluppando il progetto che la NASA ha richiesto alle compagnie commerciali (CCDev) per mandare gli uomini nello spazio, e lo fara, dice, con un prototipo che assomiglia molto ad uno shuttle, ma molto più piccolo e, chissà, forse meno costoso.
Il disegno dell’aereo spaziale è circa un quarto delle dimensioni delle navette shuttle attuali, non ha motori e può trasportare un equipaggio di massimo quattro persone. Come le navette, andrebbe in orbita a cavallo di un razzo e attraccherebbe alla ISS attraverso un portellone nella parte posteriore.
Orbital vede il progetto di un aereo riutilizzabile come il modo più economico e più sicuro per traghettare gli equipaggi da e verso la Stazione Spaziale Internazionale, e il suo vantaggio è anche che permette di muoversi dalla sua traiettoria orbitale fino al il luogo in cui il pilota desidera atterrare, planando come fa oggi lo shuttle. Le capsule come la Dragon ma anche come la Soyuz, naturalmente, cadono in atmosfera con una traiettoria più o meno orbitale (possono leggermente aggiustarla per mezzo di razzi) e si basano su paracadute per ammorbidire la caduta a terra. Poi occorre una squadra che vada a recuperare l’equipaggio e la capsula nel luogo di atterraggio.
Sia le capsule che gli aerei hanno i loro vantaggi, e nessuno dei due ha una storia immacolata di sicurezza. Ma sarà interessante vedere quale modalità la NASA vorrà scegliere quando dovrà mettere definitivamente in pensione i suoi vecchi shuttle, il Dioscovery, che la sta facendo penare per portare a termine la sua ultima missione più a volte posticipata per problemi tecnici, e l’Endevour, la cui ultima missione è prevista a maggio del 2011.