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Scoperti pianeti attorno a stelle simili al Sole in un ammasso stellare

I risultati offrono la migliore evidenza che i pianeti possono nascere in ambienti ad alta densità stellare

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.09.2012

WASHINGTON – Un team di astronomi finanziati dalla Nasa ha scoperto per la prima volta dei pianeti extrasolari che ruotano attorno a stelle appartenenti ad un ammasso (un gruppo di stelle particolarmente vicine). I risultati offrono la migliore evidenza che i pianeti possono nascere in ambienti ad alta densità stellare, qualcosa di affatto scontato a causa delle differenze di microgravità nello spazio interstellare. Anche se i pianeti trovati non possono essere considerati abitabili, un osservatore che guardasse il cielo da uno di questi mondi lo vedrebbe molto più stellato di quanto lo vediamo noi sulla Terra.

I pianeti appena scoperti sono due cosiddetti gioviani caldi, ossia enormi, gassosi e molto caldi, a causa della loro vicinanza con le loro stelle madri. Ogni gioviano caldo gira attorno ad una stella simile al Sole nell’ammasso del Presepe (al centro della costellazione del cancro), un gruppo di circa 1.000 stelle che sembrano brulicare attorno ad un centro comune.

Pianeti nell'ammasso del Presepe

Pianeti nell’ammasso del Presepe – fonte NASA

Il Presepe è un ammasso aperto, o un raggruppamento di stelle nate circa nello stesso periodo da una nuvola gigante di gas. Come tali, le stelle che costituiscono l’ammasso presentano una composizione chimica simile. A differenza della maggior parte delle stelle, che si disperdono nello spazio poco dopo la nascita, queste stelle giovani sono rimaste debolmente legate tra loro dalla mutua attrazione gravitazionale.

“Stiamo rilevando pianeti in ambienti diversi ed estremi come quello di questo ammasso vicino a noi”, ha detto Mario R. Perez, lo scienziato della Nasa che ha fatto la scoperta. “La nostra galassia contiene più di 1.000 di questi ammassi aperti, che potenzialmente possono presentare le condizioni fisiche per ospitare molti di più di questi due pianeti giganti.”

I due nuovi pianeti del Presepe sono chiamati Pr0201b e Pr0211b. Il nome della stella è seguito da una lettera,in questo caso la “b”, che è la convenzione per denominare i pianeti.

“Questi sono i primi pianeti di questo ammasso”, ha dichiarato Sam Quinn, uno studente laureato in astronomia presso la Georgia State University di Atlanta e autore principale della ricerca che descrive i risultati, e che è stata pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters.

Quinn e la sua squadra, in collaborazione con David Latham presso l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, ha scoperto i pianeti utilizzando il telescopio Tillinghast di 1,5 metri presso l’Osservatorio Fred Lawrence Whipple Observatory in Arizona, per misurare la lieve oscillazione gravitazionale che i pianeti orbitanti inducono sulle loro stelle madri. Ricerche precedenti negli ammassi avevano già trovato due pianeti intorno a stelle di grande massa, ma nessun pianeta era stato trovato finora attorno a stelle simili al nostro sole.

“Questa scoperta è stato un grande grande risultato per i ‘cacciatori’ di pianeti”, ha detto Quinn. “Sappiamo che la maggior parte delle stelle si formano negli ammassi, come la nebulosa di Orione, quindi era importante capire se questo ambiente denso di stelle potesse inibire la formazione dei pianeti, almeno in alcune stelle simili al Sole. Ora, finalmente sappiamo che possono esserci pianeti anche lì.”

I risultati sono interessanti anche per i teorici che stanno cercando di capire come fanno i pianeti gioviani caldi a finire così vicino alle loro stelle. La maggior parte delle teorie sostengono che questi mondi si formano lontano dalle loro stelle per poi essere attirati dalla forza gravitazionale in un’orbita più stretta.

“L’età relativamente giovane dell’ammasso del Presepe rende questi pianeti tra i giovani più giovani conosciuti”, ha detto Russel White, il ricercatore principale sulle origini dei sistemi solari della NASA. “E questo è importante perché pone un vincolo sulla teoria della migrazione dei pianeti giganti verso l’interno.”

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