Gaianews

A San Pietroburgo per salvare la tigre

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 22.11.2010

TigreCentinaia di ambientalisti e leader mondiali si sono riuniti a San Pietroburgo, in Russia, domenica per individuare una strada per raddoppiare il numero di tigri allo stato selvatico entro il 2022, il prossimo anno cinese della Tigre.

Il primo ministro russo Vladimir Putin ha ospitato domenica un vertice delle 13 nazioni con le popolazioni di tigri più gravemente minacciate. Il loro obiettivo in occasione del vertice di 4 giorni era quello di creare un programma comune che possa essere utilizzato per finanziare e realizzare progetti per proteggere l’animale in via di estinzione.

I partecipanti sperano di concordare i mezzi per finanziare la messa in sicurezza degli habitat, per far rispettare le severe leggi anti-bracconaggio ed educare il pubblico in modo da non danneggiare le tigri.

La Russia è diventata un esempio di come concentrando gli sforzi si possa essere in grado di proteggere gli animali in pericolo. La Russia aveva meno di 100 tigri sessant’anni fa, ma ora ha visto la sua popolazione di tigri impennarsi a 500 esemplari.

Oltre alla Russia, tra le altre nazioni partecipanti vi sono India, Cina, Bangladesh, Indonesia, Birmania, Thailandia e Vietnam.

Il vertice arriva pochi giorni dopo che un gruppo animalista ha detto che i mercati neri in cui si vendono parti del corpo delle tigri sono fiorenti lungo tutto il confine birmano.

Un rapporto pubblicato venerdì dalla sede inglese del gruppo animalista TRAFFIC International dice che un’indagine decennale ha scoperto centinaia di parti di tigre e leopardo appartenenti a più di 400 singoli animali sono state vendute nella città birmana di Mong La, vicino al confine con la Cina e Tachilek, una città della Tailandia al confine con la Birmania.

I commercianti illegali vendono pelli di animali, ossa, teschi, artigli, denti e organi genitali. Le parti sono vendute per una varietà di scopi, tra cui medicinali, portafortuna o per l’arredamento.

TRAFFIC International ha pubblicato uno studio la scorsa settimana che dice che più di 1.000 tigri sono state uccise in tutta l’Asia negli ultimi dieci anni. Il bracconaggio è avvenuto in 11 dei 13 paesi dove le tigri vivono allo stato brado, e la maggior parte dei casi in India, Cina e Nepal.

“Con poco più di 3200 tigri rimaste in natura, il perdurare di un mercato nero di questa portata non può essere sottovalutato. Il commercio illegale rappresenta la minaccia più temibile e diretta alla sopravvivenza della tigre. E mette a rischio anche gli altri felini asiatici – ha detto William Schaedla, direttore TRAFFIC del Sud-est asiatico – Le leggi sulle specie in Myanmar e Thailandia proibiscono il commercio di tigre e altri felini. Le autorità devono far sentire il peso di questa legge per affrontare i trafficanti.”

“Fermare subito il commercio illegale e il bracconaggio è il nodo cruciale per salvare la tigre – ha detto Massimiliano Rocco, responsabile Specie e Traffic del WWF Italia – Con tutti i Paesi protagonisti riuniti insieme per un vertice storico sul futuro della tigre, il mercato nero deve essere al centro dei negoziati e di un’azione locale e globale senza precedenti, per sconfiggere il commercio illegale e promuovere azioni di conservazione che devono vedere impegnata tutta la comunità internazionale. Anche Paesi lontani come l’Italia devono assumersi le loro responsabilità, tanto più perché siamo tra i maggiori importatori di prodotti derivati dalla fauna e dalla flora selvatica di quella parte del mondo, e con le nostre scelte consumistiche rischiamo di favorire la distruzione di quei delicati ambienti. Ci aspettiamo un impegno dal settore delle imprese come dalle istituzioni per contribuire alla conservazione di questa specie.”

Ecco un video di TRAFFIC che prova il commercio di parti di tigre.

AVVERTENZA: IL VIDEO CONTIENE IMMAGINI CHE POTREBBERO TURBARE LA VOSTRA SENSIBILITA’.

© RIPRODUZIONE RISERVATA