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Abruzzo: incidenza dei tumori sopra la media in 4 zone
Forum dei Movimenti per l’Acqua: dal 2012 la Regione non l’aveva reso noto

Nel report la tabella con i 14 comuni in Abruzzo con più alta incidenza. Sarebbero necessarie ulteriori indagini

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 21.01.2014

Il Forum dei Movimenti per l’Acqua ha diffuso un documento sull’incidenza dei tumori in Abruzzo, che la Regione, stando a quello che riporta il Forum in un comunicato, ha tenuto nascosto fino ad oggi, non rendendolo pubblico sul proprio sito istituzionale. Dalla ricerca, così come visibile nell’immagine in basso, alcune zone avrebbero un incidenza di tumori superiori alla media regionale e sono necessari ulteriori studi per capire se ci sia una relazione fra i fattori di inquinamento e l’alta incidenza.

L’Abruzzo non ha un Registro dei Tumori e pertanto la Regione si trova sprovvista di un mezzo utile per monitorare l’incidenza delle neoplasie. Per questo l’Agenzia Sanitaria Regionale  commissionò a 4 esperti, Lamberto Manzoli , Vito Di CandiaMaria,  Elena Flacco, Angelo Muraglia questa indagine conoscitiva realizzata nel 2012 e che però è stata resa nota solo ora dal Forum dei Movimenti per l’Acqua.

Dall’indagine emerge che  alcune zone hanno una più alta incidenza di tumori: si tratta  del comune dell’Aquila, del litorale dell’area metropolitana di Pescara, dei comuni di Bussi sul Tirino e Popoli e infine di una parte dell’entroterra marsicano.

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A Bussi, scenario di una mega discarica,  il tasso di incidenza è superiore del 70% e anche comuni vicini, quelli dei Aielli e Celano, hanno tassi di incidenza  superiori. Il comune di Bussi ed il litorale pescarese, nella zona adiacente i tratti terminali dei fiumi Saline ed Alento, sono  gli unici due Siti di Interesse Nazionale per motivi di inquinamento ambientale presenti in Abruzzo secondo il Ministero della Salute.

Secondo ciò che riporta il Forum  “l’area metropolitana di Pescara da anni movimenti ed associazioni segnalano anche il possibile impatto dell’inquinamento dell’aria, in considerazione dell’influenza sulla salute di polveri sottili (ad esempio, sul cancro al polmone) e di altri inquinanti come gli Idrocarburi Policiclici Aromatici.”

Inoltre, riguardo alla situazione dell’Aquila, sono gli stessi autori ad indicare che potrebbero esserci fattori di confusione dovuta alla percentuale di obesi, fumatori e alcolisti. “In ogni caso,” scrivono gli autori,  “se il disegno dello studio non permette di dirimere la questione, ci è comunque utile per confermare l’esistenza del problema in alcuni luoghi e segnalarne eventuali altri. Alla luce dei risultati, è quindi innegabile che siano necessari ulteriori studi specificamente dedicati alle zone segnalate.”

Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua ha dichiarato: “Non siamo riusciti a trovare questo documento tra quelli scaricabili dal sito dell’Agenzia Sanitaria Regionale e ci chiediamo perchè non sia stato adeguatamente diffuso per informare la cittadinanza. Esistono precise responsabilità da parte degli enti pubblici nell’assicurare adeguate misure – dall’esame di nuove autorizzazioni alle emissioni alle attività di bonifica ecc. – per prevenire l’insorgere di malattie nella popolazione su cui incidono fattori ambientali quali l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo.

In questo elenco in grassetto i 14 comuni con più alta incidenza di tumori

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“In presenza di accertate condizioni di criticità, in attesa di approfondimenti, bisognerebbe applicare rigorosamente il Principio di Precauzione. Lo studio conferma l’urgenza di istituire il registro regionale dei tumori e di provvedere ad un’analisi epidemiologica di dettaglio nelle aree che appaiono più critiche. Ricordo che lo Studio SENTIERI dell’Istituto Superiore di Sanità condotto in 44 siti nazionali di bonifica ha concluso che nelle aree fortemente inquinate vi è un forte eccesso di mortalità. Purtroppo i due siti abruzzesi (Saline-Alento, ora sito regionale, e Bussi) non furono inclusi e questo rende ancora più urgente la realizzazione degli studi epidemiologici in queste aree”.

Discariche abusive e traffico illecito di rifiuti. L’associazione Peacelink, ha messo in evidenza in un report  sui rifiuti compilato nel 2012, quanto la Marsica sia coinvolta nel traffico illecito di rifiuti con discariche abusive.

Ecco alcuni estratti,  il report completo a questo link:

Operazione EBANO

Nel dicembre 1996 viene avviata un’operazione che documenterà un giro di rifiuti speciali e industriali provenienti dalla Lombardia e smaltiti illegalmente nelle cave abbandonate della Marsica. 

A proposito della Marsica, nel corso del solo 2001 il Comando di Avezzano del Corpo Forestale dello Stato sequestrò ben 43 discariche abusive, per una superficie totale di quasi 20 ettari, a dimostrazione di un’attività ancora in essere.  

Operazione HUMUS

Nel 1998 un’operazione condotta dai Carabinieri e dal Corpo Forestale dello Stato sgomina un’organizzazione che scaricava nella Marsica rifiuti industriali di varia natura. In soli 23 giorni erano confluite nella Marsica 440 tonnellate di fanghi provenienti da industrie di Caserta, Napoli, Frosinone, Rieti, Roma, La Spezia e Isernia.

Scurcola Marsicana, procedimento n. 131/51/96 NR-PP( estratto dal Rapporto della Commissione Bilaterale Parlamentare)

L’indagine, cominciata alla fine del 1994, ha avuto uno sviluppo più intenso solo nel corso del 1995, con l’intervento dei carabinieri del NOE; è emerso che a Scurcola si scaricavano fanghi che sarebbero dovuti derivare da insediamenti civili ma che in realtà erano tali solo nella misura dell’1,9 per cento; per quanto riguarda la parte rimanente, il 28 per cento proveniva da pubbliche fognature, il 30 per cento da nuclei industriali ed il 40 per cento da insediamenti produttivi.

A seguito di consulenza tecnica, è emersa la gravità della situazione, perché si è accertata la provenienza dei fanghi da impianti produttivi, da industrie, alcune delle quali anche di tipo farmaceutico, come la Refem di Rovereto e l’Abbott di Latina, e da una serie di altri insediamenti industriali che hanno utilizzato cromo, piombo e zinco. L’esistenza di questi metalli dimostra la pericolosità della situazione. Gli accertamenti hanno denunciato una rilevantissima quantità di materiali sversati: in pratica otto discariche, per un totale di circa 90 mila quintali di materiali depositati. L’indagine ha appurato la sussistenza della simulazione di un impianto di compostaggio; la realtà è invece consistita nella creazione di una discarica di fanghi, particolarmente estesa e pericolosa.

Si penserà che si tratta di episodi risalenti a molti anni fa, ma il vizio di liberarsi dei rifiuti un po’ ovunque gli abruzzesi continuano ad averlo.

Questo è un video che testimonia la presenza di una discarica di 25 ettari a Celano e risale al 2010.

 

Il Movimento 5 Stelle della Marsica a dicembre dell’anno scorso ha convocato un dibattito pubblico per parlare del problema delle discariche abusive: elettrodomestici, copertoni e in alcuni casi anche amianto vengono dispersi in luoghi poco visibili, e anche nei boschi e vicino ai fiumi.

L’ultima discarica scoperta in Abruzzo qualche giorno fa si trova in provincia di Chieti: mille quintali di rifiuti speciali, alcuni particolarmente tossici e pericolosi, su 2mila metri quadrati, vicino ad un torrente. 

E i cittadini cominciano a seguire l’esempio della Terra dei Fuochi, scrivono così infatti i cittadini del Forum dei Movimenti per l’Acqua: “Per ottenere le bonifiche, il miglioramento della qualità dell’ambiente abruzzese, la tutela della salute dei cittadini e per una vera e propria rivoluzione nello stile di vita e nell’economia con altre organizzazioni e movimenti abbiamo lanciato anche in Abruzzo la campagna STOP-BIOCIDIO, partita con la grande manifestazione di Napoli sulla Terra dei Fuochi”.

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