Brasile – Il futuro dell’Amazzonia è in grave pericolo, dopo l’approvazione da parte della camera bassa del Congresso brasiliano di una legge che modifica la legislazione attuale sulla deforestazione e l’omicidio di un contadino qualche giorno fa, solo l’ultimo di una serie di esecuzioni a scopo intimidatorio. Molti osservatori temono che le modifiche possano portare ad un’improvvisa accelerazione nella distruzione di ciò che resta della Foresta Amazzonica brasiliana, il polmone del pianeta.
L’aumento del nervosismo delle compagnie e dei grossi proprietari terrieri che guadagnano dal taglio degli alberi e dalla conversione della superficie forestale in pascolo è tragicamente testimoniato dai recenti omicidi di attivisti che si oppongono alla deforestazione in giro per il Brasile. L’ultimo in ordine di tempo è quello di un mezzadro attivista, che è stato ucciso a colpi di pistola fuori dalla sua casa, solo uno dei cinque omicidi nel mese di giugno.
Il corpo di Obede Loyla Souza è stato trovato nella sua casa nel denso della foresta vicino ad Esperança, un villaggio di coloni nello stato di Parà.
Si è trattato di una vera e propria esecuzione in stile mafioso. In altri casi c’è stato anche il macabro rituale del taglio dell’orecchio, una firma da parte degli assassini che serve spesso a dimostrare di aver compiuto il lavoro.
Nelle scorse settimane, ha fatto scalpore l’omicidio di Jose Claudio Ribeiro da Silva, 52 anni, e di sua moglie Maria do Espirito Santo da Silva, 51, colpiti alla testa da sicario a Nova Ipixuna, una cittadina di 15.000 anime sempre nello stato di Parà. L’evento ha suscitato proteste e indignazione in tutto il Brasile e in tutto il mondo. E’ abbastanza evidente che i mandanti sono da collegare agli interessi economici del disboscamento.
Per quanto riguarda la legge approvata dal parlamento, Ora l’ultima speranza dei brasiliani e del mondo intero è che la presidente Dilma Rousseff imponga il veto sulla legge, e per questo si stanno mobilitando ecologisti, amanti della natura ma anche eminenti studiosi per dire no alla legge, con raccolte di firme come quella di Avaaz.org, che ha già superato il mezzo milione.
La maggioranza dei brasiliani non vuole la modifica della legge. Secondo un sondaggio il 79% dei brasiliani vorrebbe infatti il veto sulla legge, che prevede la possibilità per i proprietari terrieri di disboscare fino al 20% della superficie, mantenendo il resto a superficie boschiva.
In una nazione dove la più grande foresta pluviale del mondo rifornisce il 20% di ossigeno e il 60% di acqua dolce all’intero pianeta, esistono anche terribili disparità. Milioni di persone vivono ancora sotto il limite della povertà stabilito dalla FAO ed esistono enormi disparità tra ricchi e poveri. Tuttavia, negli ultimi anni si era assistito ad una rallentamento della deforestazione e ad una presa di coscienza dell’importanza a livello naturalistico e di biodiversità di questa immensa area verde. Con la legge che sta per passare, il futuro del polmone verde sembra più incerto.