In un articolo apparso sulla rivista Science alcuni scienziati lanciano riflessioni sul futuro dell’Antartide. Infatti ciò che chiamiamo progresso tecnologico ed espansione economica rischiano a volte di rendere gli uomini come elefanti in un negozio di cristalli: l’Antartide che fino al secolo scorso era meta di pericolose spedizioni , potrebbe diventare a breve il luogo di nuove esplorazioni con avanzate tecnologie per le estrazioni minerarie e potrebbe ospitare nuovi insediamenti umani stabili.
Ma non sono solo questi i pericoli incombenti: i cambiamenti climatici legati alle emissioni di gas serra e l’acidificazione degli oceani sono fenomeni che minacciano in maniera non ancora del tutto quantificata gli ecosistemi dell’Antartide.
Il team multidisciplinare di esperti, guidato del professore Steven Chown della Monash University, ha ipotizzato degli scenari affinchè possano essere utili ai decisori politici.
Infatti, secondo gli esperti, le risposte politiche dovranno essere anche veloci e tempestive, altrimenti rischieranno di essere inadatte e inutili.
In Antartide sono già molte le specie a rischio, e di molte altre è assai difficile stabilire il rischio a causa della difficoltà nel reperire i dati.
Inoltre a causa dei cambiamenti climatici specie alloctone si inseriranno nel delicato equilibrio degli ecosistemi: questa minaccia è stata recepita dai politici, ma ancora poco è stato fatto, ci sono poche regolamentazioni e la situazione rischia di peggiorare a causa dei flussi turistici.
La zona è minacciata anche dagli incidenti navali che accadono in numero sempre crescente. Il traffico navale inoltre, oltre ad aumentare l’inquinamento dell’aria, provoca anche inquinamento acustico che disturba la fauna selvatica. Ma anche il flusso di turisti in aumento è causa di disturbo alla fauna e purtroppo non ci sono ricerche aduguate per poter misurare l’impatto di questi fattori sulla sopravvivenza degli animali.
Anche le aree protette sono a rischio a causa dei cambiamenti in atto: infatti molte delle attività che si svolgono ai confini con le zone protette di fatto riducono le aree che son realmente protette. Anche su questo sarebbe necessaria una regolamentazione che tenesse il passo con i tempi e i cambiamenti: non ultima sarebbe necessaria, secondo gli scienziati, una nuova valutazione del tasso di biodiversità.
Non sono solo l’iquinamento , il turismo e i cambiamenti climatici a minacciare l’Antartide.
Fino a poco tempo fa, le estrazioni erano difficoltose a causa dei limiti tecnologici. Oggi non è più così e i progressi tecnologici porterebbero già presto ad una serie di spedizioni esplorative per le estrazioni di gas, petrolio e minerali.
Anche se ci sono dei trattati che vietano ogni tipo di esplorazione per l’estrazione, alcune nazioni stanno già operando per trovare il modo di aggirarli. E questa pressioen sarà sempre maggiore a causa dell’aumento della popolazione globale e della rischiesta sempre più impellente di risorse.
Questo porterebbe a insediamenti urbani stabili: non sarebbe un problema se le attività non fossero eccessivamente impattanti, ma anche questa serebbe una sfida per i decisori politici perchè gli insediamenti umani, di per sè, avrebbero comunque un impatto da gestire.
Anche lo scioglimento dei ghiacci causato dall’aumento della temperatura pone delle grandi minacce per gli ecosistemi. E’ anche per questo che gli scienziati ritengono che la ricerca scientifica dovrà essere in grado di fornire i dati per valutare le giuste politiche da attuare in questo territorio.
Gli scienziati concludono che i dati devono essere forniti celermente e le decisioni politiche devono essere pronte. Questo inplica grande cooperazione anche con le altre organizzazioni e gli enti che si occupano di questioni ambientali.