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Appello degli scienziati su specie alloctone:
scrivere le leggi con approccio su base scientifica

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.11.2013

Un gruppo di 235 fra scienziati e organizzazioni internazionali chiede che l’Unione europea si avvalga anche del parere degli esperti per redigere la legislazione europea per la gestione delle specie aliene.
Le specie aliene che spesso risultano essere invasive,  possono alterare l’equilibrio degli ecosistemi, creare danni alla biodiversità, di conseguenza all’economia e quindi anche agli essere umani con un costo stimato di oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella UE.

Nutria

Le specie aliene sono quelle specie che, per la maggior parte a causa dell’uomo, si trovano a vivere in ambiente di cui non sono autoctone. Se l’argomento era poco noto ai più, sono sempre più frequenti gli eventi in cui ci si ritrova coinvolti, o si sente parlare di problemi legati alle specie alloctone. L’ultimo esempio è quello delle nutrie nella città di Cremona che ha stanziato 40.000 euro per abbattere questi roditori fornendo munizioni gratuite ai cacciatori. IN 900  saranno impegnati nell’abbattimento di centinaia di migliaia di nutrie che abitano la zona in un arco di tempo stimato in 5 anni. Naturalmente la decisione non ha trovato accoglienza fra gli animalisti. Al di là del merito della questione particolare, emerge come questa sia un’azione isolata non inserita all’interno di un coordinamento generale o di un protocollo speciale. A questa mancanza dovrebbe rispondere la legislazione europea.

Ma gli scienziati chiedono che la legislazione sia scritta con un approccio su base scientifica con la creazione di un Gruppo di consulenza scientifica. A chiederlo sono stati BirdLife Europe, IUCN European Union Representative Office e Neobiota insieme con più di altri 200 scienziati e organizzazioni europee.

Piero Genovesi presidente del IUCN SSC Invasive Species Specialist Group ha dichiarato: “Le specie esotiche invasive hanno grandi impatti sulla biodiversità – a volte determinano cali drammatici in altre specie. Gli ultimi dati scientifici sulle specie invasive devono essere presi in considerazione quando la priorità d’azione da parte dell’UE. E’ essenziale sapere dove e come le specie arrivano in Europa, come si stanno diffondendo  e il loro impatto effettivo e potenziale al fine di garantire che l’azione sia efficace.” E ha aggiunto: “Noi sosteniamo la creazione di un Gruppo di consulenza scientifica per assistere l’attuazione della legislazione ” .

Rappresentanti di università , istituti di ricerca e organizzazioni per la conservazione hanno firmato l’appello. Riconoscendo la bontà dell’iniziativa che favorirà un coordinamento nazionale e internazionale per affrontare il problema, le associazioni sottolineano l’importanza di operare sulla base delle ultime conoscenze scientifiche 
che consentirebbero di essere più efficaci e quindi di tutelare al meglio la biodiversità.

Carles Carboneras ,Species Policy Officer – Invasive Non-native Species, RSPB (partner di BirdLife nel Regno Unito) ha dichiarato: “Un sistema coerente basato sui principi della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD,  Convention on Biological Diversity) è l’approccio migliore per raggiungere gli obiettivi di conservazione della diversità biologica e minimizzare gli impatti socio – economici degli IAS. Per raggiungere questi obiettivi , il regolamento deve applicarsi a un numero rappresentativo di specie , comprese le specie che non sono ancora nella UE , ma potrebbero arrivare in futuro. Prevedere ciò che potrà accadere e progettare azioni per prevenire nuove colonizzazioni necessita delle migliori conoscenze disponibili, cosa che solo la scienza può offrire”.

Per le specie alloctone un comitato composto da cittadini che chiede di riconoscere il reato di ecocidio, annovera fra le cause di ecocidio anche le specie alloctone. 

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