Alla fine hanno vinto loro, gli indigeni boliviani che vivono nella riserva naturale che doveva essere tagliata in due da una strada. Il presidente della Bolivia Evo Morales ha bloccato i piani per un progetto stradale in Amazzonia che aveva scatenato le proteste dei popoli indigeni.
Morales ha detto che la strada non passerà più attraverso la riserva nella foresta pluviale al centro del contenzioso.
Morales ha dato l’annuncio due giorni dopo che i manifestanti erano arrivati a La Paz dopo due mesi di marcia dalle pianure dell’Amazzonia per esprimere la loro opposizione al progetto.
Non è ancora chiaro quale sarà la risposta dei manifestanti, ora che il progetto è stato abbandonato grazie alla loro convinta opposizione.
Il presidente ha detto che avrebbe inviato al Congresso un provvedimento che doveva accogliere le richieste dei manifestanti.
“La questione è risolta”, ha detto Morales.
Un leader indigeno, Rafael Quispe, aveva detto che la proposta del presidente era un “buon segno”, ma anche che aveva 15 altre richieste che dovevano essere discusse, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa spagnola Efe.
Il presidente Morales era finito soto i riflettori a causa del piano di costruzione della strada, che avrebbe secondo gli oppositori portato non solo alla distruzione della fascia interessata al progetto, ma anche la separazione di un habitat finora rimasto intatto. In più, avrebbe portato i bracconieri e i taglialegna abusivi nel cuore di una riserva naturale.
Questa è la seconda volta in meno di un anno che Morales ha dovuto fare marcia indietro sotto la pressione delle proteste popolari.
L’ultima volta, subito dopo Natale, aveva cercato di raddoppiare i prezzi della benzina, ma è stato costretto ad abbandonare il piano. Allora, come oggi, ha detto che governava “obbedendo al popolo”.
Morales, che è il primo presidente indigeno nella storia della Bolivia, ha agito nell gestione del progetto contro quegli stessi indigeni che avrebbe dovuto sostenere.
I motivi per cui secondo il governo la strada andava fatta erano lo sviluppo economico e l’integrazione regionale.
Ma i manifestanti hanno detto che il progetto – finanziato dal Brasile e costruito da una società brasiliana – favorirebbe troppo gli insediamenti illegali e la deforestazione della foresta pluviale.