Deforestazione sistematica in Amazzonia - immagine dal satellite
La presidente del Brasile Dilma Rousseff ha bocciato parte della normativa forestale approvata dal parlamento brasiliano circa un mese fa.
Il ministro dell’Ambiente Izabella Teixeira si è espressa a favore del veto parziale, dicendo che tale scelta servità a proteggere l’ambiente.
Il presidente brasiliano Dilma Rousseff ha deciso di bloccare solo una parte del controverso disegno di legge che regola la quantità di territorio che gli agricoltori devono preservare come foresta. Il problema è la frammentazione della foresta vergine e la sostanziale amnistia per la violazione alla legge contro la deforestazione attualmente in vigore, che la normativa di fatto introduce.
Sono per la precisione 12 gli articoli che il Presidente Rousseff ha respinto, tra cui quelli che prevedono l’amnistia per i disboscatori illegali.
La lobby degli agricoltori, che in Brasile sono delle vere e proprie aziende che possiedono migliaia di ettari di terreno, voleva un allentamento delle restrizioni ambientali giustificandole come un modo per aumentare la produzione di cibo del Brasile.
Gli ambientalisti invece si oppongono alla legge, dicendo che porterà una ulteriore distruzione della foresta pluviale amazzonica. Anche la maggioranza della popolazione è contraria alla legge.
Il disegno di legge è stato approvato dal Congresso brasiliano un mese fa. Gli ambientalisti avevano chiesto al presidente Rousseff di bocciare totalmente la legge, ma Rousseff ha respinto 12 articoli del disegno di legge e ha chiesto 32 modifiche al testo.
I dettagli esatti del documento però saranno noti solo in seguito, forse lunedì, mentre il ministro dell’ambiente brasiliano Izabella Teixeira ha detto che il governo voleva evitare di diminuire le aree protette del Rio delle Amazzoni e di altri ecosistemi sensibili.
Il tentativo della presidente Rousseff è probabilmente quello di accontentare – almeno un po’ – entrambe le parti, i contrari e i favorevoli alla legge.
In particolare per accontentare in parte gli ambientalisti ha cercato di ridurre le scappatoie per evitare il rimboschimento obbligatorio e per far ottenere l’amnistia per la deforestazione effettuata in passato.
Ma i gruppi ambientalisti, supportati anche da personaggi del mondo dello spettacolo e dell’arte, hanno messo in piedi una vigorosa campagna sui social media che condanna la mezza decisione della Rousseff.
Attivisti di Avaaz hanno detto di aver consegnato al governo una petizione con quasi due milioni di firme raccolte on-line in decine di paesi che chiede un veto totale.
Greanpeace attacca la Rousseff: “Mettendo il veto solo su parte del nuovo Codice Forestale, la Presidente brasiliana Dilma Roussef ha disatteso del tutto le richieste e la volontà del suo popolo e di Greenpeace. La Presidente Dilma ha dato una risposta troppo vaga e insoddisfacente al popolo brasiliano che chiedeva un veto integrale del nuovo Codice Forestale – spiega Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia – Una cosa è certa: Dilma ha ignorato la volontà dell’ottanta per cento dei brasiliani che adesso vedranno il più grande patrimonio del Paese, l’Amazonia, esposto al pericolo della deforestazione”.