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Clima, la conferenza tra proteste e poche aspettative

Scritto da Paolo Ferrante il 05.12.2011
Durban. Foto: VOA - G. Joselow

Durban. Foto: VOA - G. Joselow

DURBAN – Attivisti e cittadini di tutto il mondo si sono ritrovati in piazza a Durban sabato scorso per sollecitare i negoziatori presenti alla conferenza ONU sui cambiamenti climatici a prendere sul serio le loro richieste e, soprattutto, a cercare un accordo vincolante.

In una dimostrazione pacifica, migliaia di persone hanno marciato per le strade di Durban verso il centro del centro congressi dove i delegati provenienti da quasi 200 nazioni stanno discutendo gli sforzi per combattere il cambiamento climatico.

Intanto, mentre i ministri delle varie nazioni iniziano arrivare ai colloqui, nuovi articoli scientifici mostrano le sfide che la politica deve affrontare nel tentativo di frenare il riscaldamento globale.

Nei giorni scorsi un team svizzero ha rivelato che, utilizzando una nuova metodologia, è riuscito a calcolare che circa tre quarti del riscaldamento dal 1950 ad oggi è frutto delle attività umane.

Un secondo studio dice che la perdita dei ghiacciai dell’Himalaya sta accelerando, mentre un’altra ricerca a cui ha partecipato anche l’Italia dice che i livelli di gas serra sulla catena himalayana sono ai massimi.

E un gruppo di ricerca internazionale ha confermato che le emissioni di gas a effetto serra, come l’anidride carbonica, sono saliti alle stelle nonostante la crisi finanziaria globale.

Ai colloqui, il principale compito dei ministri è quello di trovare un accordo su un progetto di testo di 143 pagine che copre questioni come i tagli delle emissioni, la salvaguardia delle foreste e l’aiuto ai paesi più poveri per permetter loro di proteggersi contro l’impatto che il cambiamento climatico avrà nei prossimi anni.

Fuori dalle stanze del potere, intanto, la folla – che rappresenta gruppi provenienti da tutta l’Africa, dagli Stati Uniti e dall’America Latina – è unita nella delusione sull’inconsistenza dei negoziati delle Nazioni Unite, almeno fino ad oggi.

Il COP-17, come è noto, è la 17° Conferenza delle Parti – un incontro annuale dei governi del mondo e delle parti interessate che dovrebbe forgiare accordi su larga scala per affrontare il cambiamento climatico.

Il precedente incontro delle parti è stato un fallimento. Staremo a vedere se in Sudafrica i governi riusciranno a fare scelte serie, in un periodo di crisi finanziaria e in cui la prevenzione di ciò che potrebbe succedere tra molti anni ha poca presa nell’opinione pubblica. E i politici presenti qui a Durban sono l’espressione politica di quell’opinione pubblica.

 

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