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Antartide. Cambiano gli ecosistemi entro il 2100

Scritto da Leonardo Debbia il 17.03.2014

Il Mare di Ross, uno dei principali ecosistemi antartici biologicamente produttivi, nei prossimi decenni sarà ampiamente modificato dai futuri cambiamenti climatici, con l’aumento delle temperature e il cambiamento dei venti, che daranno origine a periodi più lunghi di tratti di mare senza ghiaccio, fatto che avrà ripercussioni anche nel mondo animale, sia sulle prede che sui predatori. Questo è lo scenario previsto dai ricercatori della National Science Foundation (NSF).

Pinguini che attraversano la banchisa nei pressi di una apertura del ghiaccio marino nei pressi di Capo Royds (crediti: Peter Rejcek, National Science Foundation)

Pinguini che attraversano la banchisa nei pressi di una apertura del ghiaccio marino nei pressi di Capo Royds
(crediti: Peter Rejcek, National Science Foundation)

Per le previsioni i ricercatori hanno usato le informazioni del Regional Ocean Modeling System, un modello di interazioni tra mare, ghiaccio, oceano e atmosfera.

Il vento e gli sbalzi di temperatura interesseranno l’equilibrio ecologico che sta alla base della catena alimentare antartica – dicono i ricercatori – compresi i cambiamenti nella distribuzione di alghe, gamberetti e pesci, che a loro volta interferiranno negativamente sulla catena alimentare,  pinguini, foche e balene, che dipendono dalle specie di base.

Un team di quattro ricercatori del Virginia Institute of Marine Science (VIMS) insieme al Center for Coastal Physical Oceanography, hanno pubblicato uno studio in proposito.

I ricercatori fanno notare che negli ultimi 50 anni, la distribuzione e la quantità del ghiaccio marino antartico, compreso quello galleggiante sull’oceano, sono drasticamente cambiate.

Tra questi cambiamenti, spiccano la diminuzione documentata del ghiaccio marino nel settore Bellinghausen-Amundsen e l’aumento del ghiaccio marino nel settore del Mare di Ross.

Le osservazioni mostrano che “la durata dei giorni senza ghiaccio sulla piattaforma continentale del Mare di Ross è diminuita di oltre due mesi nel corso degli ultimi trent’anni”, diminuzione che può aver avuto effetti sulla produttività biologica e sui ruoli dei vari organismi e piante microscopiche dell’ecosistema marino.

Ma – si nota – anche “le proiezioni future dei cambiamenti di temperatura dell’aria sulla regione, suggeriscono che un sostanziale riscaldamento avverrà  nel prossimo secolo nel settore del Mare di Ross”, mentre per la velocità del vento si prevedono aumenti in alcune zone e diminuzione in altre.

“Questi cambiamenti sono attesi per invertire le tendenze mare-ghiaccio in futuro, ma i cambiamenti previsti di temperatura sulla piattaforma continentale e nelle dinamiche degli ecosistemi che seguiranno sono tutt’altro che certi”.

Il modello, tuttavia, indica che il ghiaccio marino estivo nel Mare di Ross potrebbe diminuire di oltre la metà, o addirittura del 56 per cento entro il 2050; e più di tre quarti o del 78 per cento, entro il 2100. Al tempo stesso, a causa di altri cambiamenti nella regione, dovrebbe diminuire la miscelazione tra le acque superficiali e le acque profonde.

Mentre una più ampia superficie di mare ‘aperto’ gioverebbe alle diatomee, la fonte di cibo preferito di molti predatori erbivori, come il krill, preferisce un habitat con più ghiaccio, che usano come rifugio dai predatori superiori.

E, a loro volta, le balenottere minori, i pinguini Imperatore e le foche Crabeater, che si nutrono di krill, avrebbero meno cibo a disposizione se le popolazioni di krill subissero una riduzione.

Con una minor copertura di ghiaccio, tuttavia, le balene megattere potrebbero entrare in maggior quantità nel Mare di Ross durante l’estate, aumentando la predazione del krill e i pinguini di Adele, che predano i piccoli pesci vicino ai margini del ghiaccio, dovrebbero percorrere maggiori distanze dai loro nidi e, conseguentemente, sarebbero più vulnerabili alla caccia da parte delle foche leopardo.

Anche se è difficile sapere come cambierà l’ecosistema del mare di Ross, che le previsioni del modello siano rispettate o meno, gli scenari ipotizzati sicuramente suggeriscono che le conseguenze potranno essere di grande portata.

“Indipendentemente dalla natura delle alterazioni” – scrivono i ricercatori – “parti sostanziali che dipendono dal ghiaccio nei loro cicli vitali saranno influenzati negativamente, portando a gravi perturbazioni ecologiche”.

 

 

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