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Assorbimento di CO2 in aumento grazie alle foreste tropicali

Scritto da Leonardo Debbia il 12.01.2015

Un nuovo studio della NASA dimostra che le foreste tropicali sono in grado di assorbire maggior quantità di anidride carbonica di quanto gli scienziati finora ritenessero, in risposta ai crescenti livelli atmosferici di gas a effetto serra.

Lo studio stima che le foreste tropicali assorbano 1,4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica rispetto a un assorbimento globale totale di 2,5 miliardi; un assorbimento maggiore rispetto alle foreste del Canada, della Siberia e di altre regioni del nord, quelle conosciute come foreste boreali.

Foresta amazzonica     Foto: William Laurance

Foresta amazzonica Foto: William Laurance

“Questa è una buona notizia perché l’assorbimento nelle foreste boreali sta già rallentando, mentre le foreste tropicali sembrano in grado di continuare ad assorbire carbonio per molti anni a venire”, ha detto David Schimel, scienziato del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, Pasadena, in California.

Schimel è l’autore principale della nuova ricerca i cui risultati appaiono sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences.

Le foreste, assieme ad altra vegetazione, attualmente assorbono, mediante i processi della fotosintesi, fino al 30 per cento delle emissioni umane di anidride carbonica atmosferica.

Se il tasso di assorbimento dovesse rallentare, conseguentemente il tasso di riscaldamento globale potrebbe accelerare.

Il nuovo studio è il primo a conciliare il confronto tra le stime di CO2 provenienti da molteplici fonti, a vari livelli, modelli al computer dei processi degli ecosistemi, modelli atmosferici comparativi tra gli aumenti delle concentrazioni attuali e le concentrazioni del passato, immagini satellitari, dati riferiti a concentrazioni boschive sperimentali e quant’altro.

I ricercatori hanno riunito i tipi di analisi e valutato l’accuratezza dei risultati in base alle modalità in cui sono stati riportati, indipendenti dalle misurazioni a terra.

“Fino a questa nostra analisi, non si era potuti giungere a conciliare tutte le informazioni sugli effetti della CO2 provenienti dai dati atmosferici, dalla silvicoltura e dagli studi di modellazione”, dice Joshua Fisher, co-autore del JPL. “Ora, tutti i dati provenienti da fonti tanto diverse convergono finalmente in un’unica risposta”.

Il quesito su quale tipo di foresta sia più capace di assorbire anidride carbonica “non è solo una curiosità o una domanda oziosa”, afferma Britton Stephens, collega di Schimel, impiegato presso il National Center for Atmospheric Research di Boulder, Colorado. “Le implicazioni della risposta a questa domanda coinvolgono gli ecosistemi globali, perché si può capire se esiste un modo per continuare a compensare le emissioni di CO2 o se, qualora l’assorbimento si riducesse, vengano favoriti, in maniera negativa per l’Umanità, i cambiamenti climatici”.

Dato che le emissioni umane incrementano l’anidride carbonica in atmosfera, le foreste di tutto il mondo la utilizzano per crescere più velocemente, riducendone la quantità che rimane nell’aria.

L’effetto è stato definito ‘fecondazione da carbonio’.

“Questo effetto, legato alla temperatura, è più incisivo ai tropici che nelle foreste boreali”, afferma Schimel.

I cambiamenti climatici in certe regioni riducono la disponibilità di acqua, rendendo la Terra più calda, con il risultato di frequenti incendi, anche di notevole vastità.

Ai tropici, con la deforestazione, gli esseri umani, bruciando legna, procurano un danno doppio: da un lato abbattono piante; dall’altro, bruciando le piante, immettono maggior carbonio in atmosfera.

In base a queste considerazioni, per circa 25 anni la maggior parte dei modelli climatici ha mostrato che le foreste alle medie latitudini dell’emisfero settentrionale assorbivano più carbonio delle foreste tropicali.

Questi risultati erano basati su flussi d’aria globali e i dati indicavano la deforestazione come causa per cui le foreste tropicali producevano più CO2 di quanta ne potessero assorbire.

A metà degli anni 2000, Stephens utilizzò le misurazioni dell’anidride carbonica effettuate mediante rilevamenti aerei per dimostrare che molti modelli climatici non rappresentavano correttamente i flussi di carbonio provenienti dal suolo.

I nuovi modelli hanno mostrato che l’assorbimento è maggiore nelle foreste tropicali.

Schimel ha osservato che il suo studio concilia questa contraddizione a tutti i livelli, partendo dai pori di una singola foglia, dove avviene la fotosintesi, per arrivare alla Terra intera, dacchè le masse d’aria trascinano la CO2 in tutto il mondo.

“La fecondazione da carbonio si basa sui fenomeni che avvengono a scala microscopica e sulle osservazioni fatte su scala globale, che sembravano contraddire quei fenomeni. Conciliamo così i modi in cui la fotosintesi lavora su scala microscopica e quel che accade su scala planetaria”.

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