Un team internazionale di scienziati che utilizzano i dati del satellite CryoSat dell’ESA hanno cominciato a rendere noti i dati di scioglimento del volume dei ghiacci marini in Artide. I dati sono relativi al periodo che va dal 2003 al 2012, e mostrano una perdita di massa di ghiaccio continua nel periodo 2003-2012.
Grazie al satellite Cryosat gli scienziati hanno reso note le percentuali di scioglimento del volume dei ghiacci per il periodo che va dal 2003 al 2012. I ghiacci sono diminuiti del 36% durante l’autunno e del 9% in inverno.
I dati provenienti dal satellite indicano inoltre un costante scioglimento dei ghiacci, ma il fenomeno è attivo soprattutto in estate. Negli ultimi sei anni si è assistito al livello più basso degli ultimi 3 decenni con un record lo scorso anno di 3610 chilometri cubi.
Un team di scienziati guidato dalla University College di Londra ha generato le stime del volume di ghiaccio marino degli inverni 2010-11 e 2011-12 sul bacino Artide, utilizzando i dati del satellite CryoSat dell’ESA. Lo studio è importante perchè per la prima volta conferma oltre al calo della copertura del ghiaccio, una sostanziale riduzione del volume.
Dal 2008, l’Artide ha perso circa 4300 km cubi di ghiaccio durante il periodo autunnale e circa 1500 km cubi in inverno.
“I dati mostrano che lo spessore del ghiaccio marino è scomparso da una regione a nord della Groenlandia, l’arcipelago canadese e a nord-est delle Svalbard”, ha detto Katharine Giles, co-autore dello studio su CryoSat pubblicato on-line su Geophysical Research Letters.
“Altri satelliti hanno già dimostrato dei cali nelle zone coperte dal ghiaccio marino in Artide con i cambiamenti climatici, ma CryoSat permette agli scienziati di stimare il volume di ghiaccio marino – un indicatore molto più accurato dei cambiamenti in atto nella regione artica”, ha aggiunto Tommaso Parrinello, Manager della misione CryoSat.
Per fare questo, CryoSat invia impulsi di energia a microonde verso il ghiaccio.
L’energia rimbalza in maniera differente sul ghiaccio e sull’acqua. Dalla differenza della lunghezza del rimbalzo gli scienziati possono calcolare il volume effettivo del ghiaccio. Per gli scienziati i dati riferiti a soli due anni non posso dare un’indicazione su una tendenza di lungo periodo.
I risultati sono il frutto di una collaborazione internazionale tra team della University College London (UCL), dell’ESA, del Jet Propulsion Laboratory, dell’Università di Washington, della York University, dell’Istituto Alfred Wegener per la ricerca polare e marina, della Woods Hole Oceanographic Institution, della Morgan State University e dell’Università del Maryland
L’autore principale dello studio è stato il professor Seymour Laxon, scomparso ai primi di gennaio.
Il prof. Laxon è stato il direttore del Centro per l’osservazione polare e la Modellistica alla UCL e il Principal Scientist per diverse missioni dell’ESA. Ha fatto parte della squadra che ha proposto CryoSat all’ESA nel 1999, ed è stato una figura chiave nelle fasi di sviluppo e operative della missione.
Questa era la sua prima pubblicazione relativa al progetto CryoSat