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Clima, seconda giornata a Cancun, Messico sui cambiamenti climatici a Cancun

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.11.2010

Cancun 2010La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che ha preso il via nella località balneare messicana di Cancun lunedi 29 novembre chiede un’azione decisiva per ridurre le emissioni di gas serra in tutto il mondo come parte di uno sforzo per frenare il riscaldamento globale. Ma i partecipanti sono alla ricerca di anticipazioni su alcune questioni, piuttosto che un accordo globale giuridicamente vincolare per le nazioni al fine di ridurre le emissioni, per poi concludere un accordo l’anno prossimo in Sudafrica.

Delegati provenienti da oltre 190 nazioni e rappresentanti di vari gruppi non governativi saranno a Cancun per due settimane di discussioni volte a cominciare a dare forma ad un accordo globale da approvare in una delle prossime riunioni, anche se molti critici si chiedono a cosa serva una conferenza che già dichiaratamente non ha scopi alti, e che rischia di suggerire ai non addetti ai lavori che abbiamo ancora tempo da perdere e che la questione non è poi così grave.

Ma nel suo discorso di apertura, il presidente messicano Felipe Calderon ha detto che il mondo non è in grado di aspettare ancora per molto un’azione decisiva.

Calderon ha detto che il cambiamento climatico è già una realtà per il Messico e per l’intero pianeta. Ha citato alcune recenti inondazioni mortali in Messico, Guatemala e quella terribile del Pakistan, così come le catastrofi in Russia e in Africa come prova che il cambiamento climatico fa già parte della vita di molti popoli del mondo.

La minaccia è particolarmente acuta per le piccole nazioni insulari – in quanto il livello del mare causato dal riscaldamento globale minaccia la loro stessa esistenza.

Il portavoce di questo gruppo, 42 nazioni, è Dessima Williams, l’ambasciatore di Grenada, un’isola dei Caraibi.

“La nostra integrità ambientale è a rischio”, ha detto l’ambasciatore Williams. “Il sostentamento del nostro popolo resta difficile e la stessa credibilità del sistema economico mondiale in cui ci troviamo è in gioco”.

Queste nazioni vogliono che il mondo si impegni per mantenere la temperatura globale non superiore a 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali – un obiettivo ambizioso, dato che i leader mondiali hanno fatto fatica a impegnarsi per un limite di due gradi al vertice dello scorso anno a Copenaghen.

Ma mentre molte persone che partecipano a questo convegno sono d’accordo sulla gravità del problema, non tutti sono dello stesso avviso quando si tratta di ciò che deve essere fatto esattamente. L’Unione europea esorta la Cina, gli Stati Uniti e altri grandi produttori di gas a effetto serra a mettere da parte le differenze e ad impegnarsi per un accordo legalmente vincolante.

La conferenza si chiuderà il 10 dicembre prossimo. Concludiamo con quanto detto dal delegato boliviano Pablo Salon  su quanto accaduto in precedenza: “Dovremmo evitare il ripetersi di quanto accaduto a Copenaghen, quando siamo arrivati alle tre del mattino con un documento che non è stato discusso da tutti”.

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