Scie di aerei bombardieri B-17
I climatologi hanno studiato i bombardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale: questi bombardamenti offrivano l’opportunità unica di studiare l’effetto che il volo di migliaia di aerei ha avuto sul clima inglese in un’epoca in cui l’aviazione civile era praticamente azzerata.
Lo studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Climatology, rivela come i dati civili e militari possano aiutare a valutare l’impatto dell’aviazione sul clima oggi.
La ricerca, guidata dal professor Rob MacKenzie, ora all’Università di Birmingham, e dal professor Roger Timmis dell’ Environment Agency, ha utilizzato dati storici per indagare i livelli di Aircraft Induced Cloudiness (AIC, nuvolosità indotta dagli aerei) causata da scie di bombardieri alleati che volavano sull’ Inghilterra per raggiungere i bersagli in Europa. Il team ha concentrato la propria ricerca sugli anni dal 1943 al 1945 dopo che la United States Army Air Force (USAAF) si era unita alla campagna aerea.
“I testimoni delle enormi formazioni da bombardamento ricordano che il cielo diventava bianco a causa delle scie degli aerei”, ha detto MacKenzie. “Per noi era evidente che il bombardamento alleato della WW2 aveva rappresentato un esperimento ambientale involontario sulla capacità delle scie di aerei di influenzare l’energia proveniente da e diretta verso la terra in quella posizione.”
Gli aeromobili possono influenzare la nuvolosità con la creazione di scie di condensazione, che si formano quando la calda e umida aria dei motori per aerei si mescola con l’aria fredda della troposfera superiore. Mentre alcune scie scompaiono rapidamente, altre formano cirri diffusi che intercettano sia l’energia che arriva sul pianeta, come quella del sole e sia quella che lascia il pianeta sotto forma di calore a raggi infrarossi.
Quando lo USAAF ha aderito alla campagna aerea alleata nel 1943 ha portato ad un enorme aumento del numero di aerei con sede a East Anglia, nelle Midlands e nel West Country. L’aviazione civile era rara negli anni ’40, perciò la presenza delle missioni di combattimento USAAF fornisce un forte contrasto tra aree con cielo trafficato e aree con scarsa attività di volo.
I viaggi aerei oggi stanno crescendo a un tasso annuale del 3-5% per gli aerei passeggeri e del 7% per i voli cargo, ma i dati quantificabili sugli effetti della AIC rimangono rari. Nel settembre del 2001 negli Stati Uniti è stato chiuso lo spazio aereo ai velivoli commerciali in seguito agli attacchi terroristici, offrendo agli scienziati un momento unico per studiare l’effetto delle scie degli aerei in cielo in una situzione di traffico normale. I risultati degli studi del 9/11 sono controversi, ma ora MacKenzie e i suoi colleghi hanno trovato l’opportunità di studiare l’effetto opposto delle scie sui cieli di solito vuoti del 1940 e hanno scoperto che è possibile vedere gli effetti di AIC nelle osservazioni meteorologiche di superficie.
Lo studio ha coinvolto il recupero accurato di documenti storici, sia dell’ufficio meteorologico che militari. L’importanza delle condizioni meteorologiche per il successo delle missioni di bombardamento ha fatto sì che la seconda guerra mondiale abbia indotto alcune delle osservazioni meteo più intensive mai intraprese, ma queste osservazioni non sono tutte archiviate elettronicamente.
Per distinguere l’effetto del trasporto aereo in modo più chiaro, il team si è concentrato sulle grandi incursioni tra le tante che hanno volato tra il 1943 e il 1945. Hanno scelto raid che hanno coinvolto oltre 1000 velivoli e che sono stati seguiti da giorni di cessate il fuoco con condizioni di meteo simili che potessero essere utilizzate per il confronto. La risultante delle prime 20 incursioni ha rivelato che il caso dell’11 maggio 1944 fosse il caso migliore.
Il team ha scoperto che la mattina dell’ 11 maggio 1444 aerei decollarono dagli aeroporti in tutto il Sud est dell’Inghilterra in un cielo sereno con qualche nuvola. Tuttavia, le scie di questi aerei ha soppresso significativamente l’aumento della temperatura della mattina in quelle aree che erano state più pesantemente sorvolate.
“Questa è la prova che i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale possono essere utilizzati per aiutarci a capire i processi che incidono sul clima contemporaneo”, ha concluso MacKenzie. “Guardando indietro nel tempo in cui l’aviazione esisteva solo per scopi militari, è più facile separare gli effetti dell’aviazione dagli effetti di tutti gli altri fattori che possono influenzare il clima.