La maggior parte dell’Europa ha registrato un forte riscaldamento estivo negli ultimi decenni, accompagnato dalle forti ondate di calore degli anni 2003, 2010 e 2015.
Una nuova ricerca valuta l’attuale quantità di calore inquadrandola in un periodo storico ben preciso, gli ultimi 2100 anni, e per questo utilizza le informazioni raccolte dagli anelli degli alberi e da prove documentali storiche.
I risultati dello studio sono stati pubblicati il 29 gennaio scorso sulla rivista Environmental Research Letters da un gruppo di 45 scienziati appartenenti a 13 paesi diversi.
Le estati calde si succedettero in epoca romana fino al III secolo d.C., alla fine del quale iniziarono condizioni generalmente più fresche, che si protrassero fino al VII secolo, allorché lasciarono il posto ad un periodo medievale prevalentemente caldo.
Alla pausa calda medievale fece seguito quella che fu definita come Little Ice Age o ‘piccola era glaciale’, che durò dal XIV al XIX secolo.
Il riscaldamento più pronunciato, che ebbe inizio con il XX secolo, è andato crescendo negli ultimi decenni ed è ben documentato sia dalla crescita degli anelli degli alberi che dalle testimonianze storiche su cui si basa la recentissima ricostruzione fatta dallo studio.
Le prove fornite suggeriscono che i cambiamenti naturali delle temperature estive del passato siano stati in realtà più sensibili di quanto sia stato finora ritenuto, e questo fa supporre che i modelli climatici possano sottovalutare anche tutta la gamma degli eventi estremi futuri, tra cui le ondate di calore.
Questa variabilità del passato è stata associata a grandi eruzioni vulcaniche e a cambiamenti dell’attività solare, ossia a variazioni nella quantità di energia ricevuta dal Sole.
La nuova ricerca, scoprendo che le temperature nel corso degli ultimi 30 anni hanno assunto valori che vanno oltre la gamma delle variazioni naturali del passato, sostiene, in buona sostanza, le conclusioni raggiunte dal Gruppo Intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), il quale afferma che il recente riscaldamento è causato principalmente dalle attività di origine antropica.
“Ora abbiamo un quadro dettagliato di come sono cambiate le temperature estive in Europa per più di duemila anni e possiamo usarlo per testare i modelli climatici che vengono utilizzati per prevedere gli impatti del futuro riscaldamento globale”, afferma il coordinatore dello studio, prof. Jurg Luterbacher dell’Università di Giessen, in Germania.