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Groenlandia, in meno di un anno scomparsi due laghi sub-glaciali

Scritto da Marta Gaia Sperandii il 22.01.2015

In Groenlandia, nel giro di poche settimane sono scomparsi due laghi sub-glaciali.

A diffondere la notizia, alcuni ricercatori della Ohio State University attualmente impegnati nella creazione di di una mappa ad alta risoluzione della calotta glaciale artica.

In seguito alla scoperta sono stati pubblicati due articoli, uno sulla rivista The Cryosphere, e l’altro su Nature.

Il primo dei due laghi si è letteralmente svuotato, lasciando al suo posto un cratere di alcune miglia rinvenuto e fotografato dal gruppo di ricerca di Ian Howat, che all’Università dell’Ohio insegna scienze della terra. Secondo Howat si tratta dell’ennesima prova di come l’acqua di fusione, percolando attraverso il complesso sistema idraulico della calotta, provochi il drenaggio di alcune di queste formazioni.

“Il fatto che questo lago, rimasto stabile almeno per diversi decenni, si sia prosciugato nel giro di qualche settimana o anche meno, in seguito ad alcune estati particolarmente calde, potrebbe segnalarci un imponente cambiamento nella calotta glaciale”, ha dichiarato il docente americano.

I resti del lago, un cratere lungo due chilometri e profondo circa 70 metri, sono stati scoperti nei primi mesi del 2014 dal gruppo di ricercatori a circa 50 chilometri dalla costa sud-occidentale della Groenlandia, procedendo verso l’interno. In quello stesso luogo, foto aeree ed immagini satellitari del passato mostravano l’esistenza di un lago sub-glaciale che ha resistito più di 40 anni. L’analisi di documenti più recenti suggerisce come la scomparsa sia avvenuta, attraverso un tunnel di acqua di fusione, nel corso del 2011.

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Se pure non si tratti di un lago enorme, è destabilizzante, -catastrofica, secondo la definizione di Howat, l’idea che sia letteralmente sparito nell’arco di una singola stagione: un tempo incredibilmente rapido per un evento geologico.

Il secondo lago, due miglia di ampiezza, è il protagonista della ricerca pubblicata su Nature ed alla comunità scientifica è già noto per essersi riempito e svuotato due volte nel corso degli ultimi due anni. A coordinare lo studio, condotto da un gruppo della Cornell University  è stato Michael Bevis, esperto in geodinamica ed anch’esso docente alla Ohio State University, secondo il quale il ripetuto riempimento del lago sarebbe un fenomeno preoccupante.

Ogni volta che il lago si colma, infatti, l’acqua di fusione porta con sè calore accumulato, -in gergo calore latente-, minando la durezza del ghiaccio circostante e rischiando di sfociare in mare, con drammatiche conseguenze nel lungo periodo.

“Se il volume d’acqua che si insinua nella calotta glaciale della Groenlandia è tale da consentirci di vedere lo stesso lago svuotarsi e riempirsi più volte, allora dev’esserci così tanto calore latente rilasciato al di sotto del manto di ghiaccio da far ritenere plausibile, in futuro, un cambiamento nel comportamento della calotta”, afferma Bevis.

Secondo gli scienziati potrebbero essere molti altri i laghi sub-glaciali presenti in Groenlandia, probabilmente causati da una particolare configurazione che causa il ristagno di acqua: per scoprirlo, tuttavia, sono necessarie ulteriori indagini.

I ricercatori temono che un continuo e maggiore flusso di acqua di fusione alla base della calotta glaciale possa provocare l’apertura di ulteriori “gallerie” di drenaggio le quali, trasportando acqua e calore latente in aree finora completamente ghiacciate, possano a loro volta accelerare il processo di scioglimento dei ghiacci.

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