Un team internazionale di ricercatori, tra cui alcuni scienziati dell’Università di Cambridge, ha scoperto una sorta di unicum: alcuni ‘graffiti’ sulle pareti di una grotta della Cina centrale che descrivono gli effetti delle gravi forme di siccità della regione nel corso degli ultimi 500 anni.
Le informazioni contenute nelle iscrizioni, insieme all’analisi chimica delle stalattiti della caverna, dipingono un quadro estremamente interessante di come la siccità abbia colpito le antiche comunità umane.
E’ la prima volta che è stato possibile condurre una indagine comparando dati storici e dati geologici della medesima grotta.
Incisione relativa alla siccità del 1891 credit: L.Tan / Sciencedaily
I risultati, pubblicati sulla rivista Scientific Report, fanno presente che, in un prossimo futuro, in quella regione le precipitazioni potrebbero subire una ulteriore diminuzione, sottolineando l’importanza dell’implemento di opportune strategie per affrontare gli episodi di siccità.
Le iscrizioni sono state trovate sulle pareti della Dayu Cave, nelle montagne Qinling della Cina centrale e descrivono gli impatti di sette eventi siccitosi accaduti tra il 1520 e il 1920.
Il clima nella zona circostante la grotta è influenzato dal monsone estivo, che concentra in un paio di mesi il 70 per cento delle precipitazioni di un intero anno. Quando il monsone ritarda o anticipa, riducendo o prolungando di conseguenza la durata della stagione piovosa, l’impatto del clima arido sugli ecosistemi può amplificarsi.
“Oltre all’impatto fisico, la siccità ha avuto anche altre ripercussioni, quali la caduta delle culture. Quando non c’è acqua per tutti, il disagio è inevitabile e nascono i conflitti”, dichiara Sebastian Breitenbach, del Dipartimento di Scienze della Terra presso l’Università di Cambridge, uno dei co-autori del documento. “Negli ultimi dieci anni, le prove rinvenute in grotte e laghi hanno mostrato un evidente legame tra il cambiamento climatico e la scomparsa delle dinastie cinesi Tang, Yuan e Ming nel corso degli ultimi 1800 anni”.
Secondo le iscrizioni nella Dayu Cave, nei periodi di siccità gli abitanti della regione accorrevano alla grotta sia per procurarsi l’acqua che per pregare, invocando la pioggia.
In un’iscrizione del 1891 si legge: “Il 24 maggio, 17° anno del periodo dell’imperatore Guangxu, della dinastia Qing, il sindaco Huaizong Zhu, ha guidato più di 200 persone alla grotta per prendere acqua. Un indovino di nome Zhenrong Ran, durante la cerimonia, ha pregato per la pioggia”.
Nelle sezioni di concrezioni rupestri, quali le stalattiti e le stalagmiti, è stata osservata una serie di strati accresciutisi annualmente, come accade per gli anelli degli alberi.
Utilizzando la spettrometria di massa, i ricercatori hanno analizzato gli isotopi stabili dell’ossigeno, del carbonio e degli elementi in tracce e le loro variazioni nel tempo.
Quindi, incrociando il profilo chimico della grotta con le scritte sulle pareti, hanno potuto scoprire che le concentrazioni di alcuni elementi erano in stretta correlazione con gli eventi siccitosi.
I cambiamenti climatici, i livelli di umidità e la vegetazione circostante sono fattori che incidono su questi parametri, e così le variazioni isotopiche dell’acqua che penetra nella grotta è in evidente relazione con l’acqua di superficie.
La presenza dei graffiti che datavano gli eventi siccitosi hanno quindi consentito di rapportare questi con assoluta precisione alla successione dedotta dalle prove fisiche.
I risultati ottenuti sono serviti anche a definire un modello delle precipitazioni nella regione, partendo dal 1982 in avanti.
Il modello ha mostrato una buona correlazione con la siccità verificatasi nel 1990 e prevede un’altra siccità per la fine degli anni trenta di questo secolo.
Questi episodi di aridità estremasi accordano anche con il ciclo di El Nino- Southern Oscillation (ENSO).
Con la possibilità che il cambiamento climatico renderà gli eventi ENSO più gravi, in futuro la regione rischia di essere colpita da eventi siccitosi ancora più duri, dicono gli studiosi.
“Dal momento che le montagne di Qinling sono la zona di ricarica principale di due grandi progetti di trasferimento dell’acqua e ospitano l’habitat per molte specie in via d’estinzione, tra cui il panda gigante, diventa imperativo indagare come questa regione possa adattarsi al calo dei livelli delle precipitazioni”, afferma Breitenbach. “Gli eventi attuali sono diversi rispetto alle iscrizioni rupestri, ma si è ancora molto vulnerabili a questi eventi, specialmente in un mondo, come l’attuale, in pieno e costante sviluppo”.