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Interviste ai nativi dell’Alaska per studiare i cambiamenti climatici

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.09.2011

Il cambiamento climatico si può studiare e misurare anche grazie alla testimonianze dei popoli che hanno un’antica tradizione. Così è successo in Alaska.
Infatti le interviste ai nativi dell’Alaska nel bacino del fiume Yukon forniscono spunti unici sul cambiamento climatico e i suoi impatti, contribuendo a sviluppare strategie di adattamento per queste comunità locali.

L’USGS (U.S. Geological Survey) ha realizzato delle interviste con i cacciatori Yup’ik e gli anziani dei villaggi di St. Mary’s e di Pitka’s Point, in Alaska, per documentare le loro osservazioni sui cambiamenti climatici. Essi hanno espresso preoccupazioni che vanno dalla sicurezza, come ad esempio le condizioni meteorologiche imprevedibili e le condizioni del ghiaccio, ai cambiamenti nelle piante e negli animali, così come ad una  minore disponibilità di legna da ardere.

“Molti studi sui cambiamenti climatici sono condotti su larga scala e c’è una grande incertezza su come il cambiamento climatico impatterà sulle specifiche regioni”, ha detto Nicole Herman-Mercer  sociologa dell’USGS. “Questo studio consente di affrontare l’incertezza e di inquadrare veramente il cambiamento climatico come un problema socio-economico parlando direttamente con coloro che hanno una conoscenza ambientale legata alla tradizione”.

Integrando gli studi scientifici con l’osservazione degli indigeni, queste molteplici forme di conoscenza  permettono una comprensione più completa delle complesse sfide poste dai cambiamenti climatici. La conoscenza indigena comprende osservazioni, lezioni e racconti per l’ambiente che sono state tramandate per generazioni, fornendo una lunga storia della conoscenza ambientale. Queste osservazioni possono anche aiutare a scoprire nuove aree di studio per gli scienziati.

L’Artico e il Subartico sono zone di particolare interesse perché queste alte latitudini sono tra le zone al mondo che per prime hanno sperimentato il cambiamento climatico.

L’osservazione più comune dei partecipanti all’intervista è stata di una temperatura più mite negli ultimi anni. E’ stato osservato che tutte le stagioni erano più calde, ma soprattutto i mesi invernali. Nelle generazioni precedenti, le temperature invernali scendevano a 40 gradi Celsius sotto lo zero, mentre in tempi recenti  le temperature raggiungono solo i 25 ° C o i 30 C sotto lo zero. Inoltre, nel caso raro che le temperature scendano come in passato, succede solo per un breve periodo, al contrario delle storiche ondate di freddo che duravano un mese.

Il notevole assottigliamento del ghiaccio sui fiumi Yukon e Andreafsky negli ultimi anni è stato il tema di diverse interviste. L’assottigliamento del ghiaccio del fiume è un problema significativo, perché i viaggi invernali si svolgono utilizzando i fiumi congelati come via di trasporto tramite macchine da neve o cani da slitta. L’assottigliamento del ghiaccio accorcia la stagione turistica invernale, rendendo più difficile il commercio di merci tra i paesi, le visite tra amici e parenti, o raggiungere terreni di caccia tradizionali. Un partecipante all’intervista ha anche discusso di come il fiume Andreafsky, sulle cui rive si trova il suo villaggio, non si ghiaccia più in certi punti, e di come diverse persone siano annegate dopo essere cadute attraverso i buchi nel ghiaccio.

L’imprevedibilità delle condizioni meteorologiche sono state un altro motivo di preoccupazione, soprattutto perché queste comunità si basano su attività come la caccia, la pesca e la raccolta di cibi selvatici.

Anche nella vegetazione sono stati osservati delle variazioni a causa dei cambiamenti nei modelli climatici stagionali e questo ha portato ad una maggiore difficoltà nelle attività di sussistenza.
Le interviste hanno mostrato l’imprevedibilità dei cambiamenti di anno in anno sulla vegetazione, in particolare sui frutti di bosco. Gli intervistati hanno parlato di un cambiamento nella gamma di specie di mammiferi (alci e castori), nonché una diminuzione del numero di alcune specie di uccelli (pernice bianca). Questo è di particolare interesse a causa del ruolo importante che questi animali svolgono nella dieta di sussistenza dei nativi dell’Alaska. Infatti molti  contano sulla caccia o la cattura per il loro sostentamento.

I partecipanti  inoltre hanno segnalato flussi di disgelo minori in primavera sui fiumi Andreafsky e Yukon, il che significa che possono scorrere meno tronchi lungo il fiume. Ciò ostacola la capacità delle persone di raccogliere legname per la costruzione e una minore quantità di legna da ardere, mettendo a dura prova una regione già economicamente depressa con costi di riscaldamento e una maggiore dipendenza dai combustibili fossili costosi.

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