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Mega-incendi effetto e causa del riscaldamento globale, secondo rapporto ONU

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 15.05.2011

Incendi in RussiaIl numero crescente di mega-incendi in tutto il mondo, oltre ad essere un effetto dell’aumento delle temperature, potrebbe contribuire al riscaldamento globale, secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite che invita i governi a introdurre strategie globali per ridurre il rischio di tali fenomeni.

Il rapporto della Food and Agriculture Organization (FAO), pubblicato il 10 maggio  in una conferenza internazionale in Sud Africa, ha detto che i responsabili politici dovrebbero migliorare il monitoraggio delle emissioni di carbonio da gas serra sprigionati dagli incendi, per determinare meglio il potenziale impatto sui  cambiamenti climatici.

La pubblicazione della relazione segue una serie inquietante di mega-incendi, tra cui  quella nel febbraio 2009 chiamato il sabato nero in Australia, che ha ucciso 173 persone e distrutto molte città, e gli incendi record dell’anno scorso in Russia, che hanno causato la morte di 62 persone e bruciato circa 2,3 milioni di ettari di foresta.

La relazione ha esaminato recenti mega-incendi in Australia, Botswana, Brasile, Indonesia, Israele, Grecia, Russia e Stati Uniti.

Pieter van Lierop, un funzionario forestale della FAO, ha detto che il problema è sempre più urgente in quanto la frequenza e le dimensioni di questi mega-incendi è in costante aumento e le proiezioni meteorologiche indicano stagioni sempre più calde e secche, ideali per lo sviluppo degli incendi e della loro diffusione.

“I mega-incendi sono principalmente causati dall’attività umana e sono probabilmente aggravati dal cambiamento climatico, ma ora abbiamo il sospetto che rappresentano anche di per sé un circolo vizioso che sta accelerando il riscaldamento globale.”

La relazione ha rilevato che quasi tutti i mega-incendi studiati sono stati avviati da esseri umani, a volte deliberatamente ai fini di agricoltura o di sviluppo.

In tutti gli esempi studiati eccetto uno, la siccità è stata un fattore che  ha prolungato o esacerbato gli incendi, con condizioni di caldo secco e ventoso che ha contribuito alla intensità degli incendi.

Ma il rapporto evidenzia due esempi – uno nel sud-ovest dell’Australia e uno in Florida, negli Stati Uniti – in cui, nonostante tutte le condizioni del luogo adatte alla diffusione incontrollata di una mega-incendio, i danni sono stati relativamente pochi.

Gli autori del rapporto hanno citato gli approcci più equilibrati da parte delle autorità in quelle zone che hanno caratterizzato le strategie di prevenzione, mitigazione e soppressione, che hanno permesso di minimizzare l’impatto degli incendi.

In Australia, il governo dello stato interessato ha introdotto un programma di incendi controllati in aree soggette ad incendio, mentre in Florida un’analoga iniziativa da parte della US Forest Service e del governo ha contribuito a ridurre il rischio potenziale di incendi.

Nel frattempo, in un messaggio alla conferenza, il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon ha detto che i recenti incendi ed altri disastri in tutto il mondo “hanno reso chiaro quanto siano vulnerabili le nostre città e comunità e quanto più sforzi siano necessari per ridurre la nostra vulnerabilità.”

Il campanello d’allarme per gli scienziati è scattato con gli incendi dell’estate 2010 in Russia, dove centinaia di focolai hanno reso l’aria di gran parte delle città dell’ovest irrespirabile, oltre ad aver messo in pericolo le popolazioni rurali e aver distrutto molte coltivazioni di grano. Si è trattato dell’estate più calda nella storia della Russia, ed anche della peggiore siccità mai registrata

Il presidente russo Dmitry Medvedev dichiarò per l’occasione lo stato di emergenza in molte regioni, e i danni sono stati stimati intorno a 10 miliardi di euro.

Una micidiale combinazione di fumo degli incendi e di caldo record ha messo sotto stress la salute dei russi. Le morti registrate nella sola Mosca sono state in media 700 al giorno, quasi il doppio della media. Il calore ha provocato la morte – secondo il centro ri ricerca CRED – di circa 55.000 persone.

“Vi incoraggio a identificare soluzioni concrete che aiuteranno le comunità e le nazioni a gestire meglio gli impatti negativi degli incendi, per costruire società più sicure e più sostenibili per tutti”.

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