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Siccità più frequenti in Africa orientale nei prossimi anni a causa del cambiamento climatico

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.01.2011

Africa orientaleLa maggiore frequenza di siccità in Africa orientale osservata negli ultimi 20 anni probabilmente continuerà fino a quando le temperature globali continueranno a salire, secondo uno scienziato dell’Università della California, Santa Barbara, Park Williams.

La nuova ricerca, pubblicata nel Climate Dynamics, indica che la siccità rappresenta il rischio maggiore per milioni di persone in Kenya, Etiopia e Somalia, che attualmente sono sull’orlo di una crisi alimentare.

“Prevedere le precipitazioni da un anno all’altro è difficile, e la ricerca sui legami tra cambiamenti globali e delle precipitazioni in regioni determinate è in corso, in modo che proiezioni future più accurate sulla quantità delle precipitazioni potranno essere sviluppate”, ha detto Williams, primo autore dello studio.

Il riscaldamento dell’Oceano Indiano, con conseguente calo delle precipitazioni in Africa orientale, è legato al riscaldamento globale. Queste nuove proiezioni su future siccità sono il contraddizione con quanto previsto  in precedenza dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, che prevedeva un aumento delle precipitazioni in Africa Orientale.

“Le temperature globali sono previste in aumento, e possiamo anticipare che le precipitazioni totali medie in Kenya e in Etiopia continueranno a diminuire o rimanere al di sotto della media storica”, ha detto il co-autore Chris Funk. “La pioggia è diminuita in Africa orientale in modo più pronunciato tra marzo e giugno, proprio nel periodo delle precipitazioni più consistenti. Anche se la siccità è una delle ragioni per mancanza di cibo, quest’ultima è aggravata dal rallentamento dello sviluppo agricolo e dalla crescita continua della popolazione.”

Anche se tutto il mondo ha registrato un riscaldamento durante il secolo scorso, l’Oceano Indiano si è riscaldato in modo particolarmente veloce. L’aria più calda e il conseguente aumento di umidità sopra l’Oceano Indiano produrre più frequenti piogge in quella regione. L’aria poi si alza, perde la sua umidità a causa delle precipitazioni e poi si sposta verso ovest, nella zona dell’Africa orientale, provocando condizioni di siccità in Etiopia e in Kenya.

Williams ha spiegato che è anche importante notare che mentre le temperature della superficie del mare si prevedono in continuo aumento nell’Oceano Indiano, provocando un calo medio delle precipitazioni in Africa Orientale, ci saranno ancora anni molto umidi a causa di molteplici fattori che influenzano le precipitazioni.

Gli scienziati hanno compilato dei set di dati esistenti su  temperatura, velocità del vento e precipitazioni per vedere cosa sta guidando le variazioni climatiche dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico. La maggior parte del riscaldamento dell’Oceano Indiano è legata alle attività umane, in particolare le emissioni di gas a effetto serra e aerosol. L’Oceano Indiano si è riscaldato in modo particolarmente veloce perché è stato invaso dalle correnti della cosiddetta “Tropical Warm Pool”, una zona con le temperature di superficie dell’oceano più calde in assoluto.

Questa ricerca sostiene gli sforzi compiuti dal USGS e la US Agency for International Development per la Famine Early Warning Systems Network (FEWS NET),  un sistema di supporto decisionale che gestisce un budget di più di 2 miliardi di dollari di aiuti alimentari a oltre 40 paesi ogni anno. Attraverso questo sistema, gli scienziati stanno aiutando all’identificazione precoce di siccità agricole che possono innescare insicurezze alimentari.

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