TORONTO – I frequenti allarmi degli ultimi anni riguardo alla diminuzione della popolazione di api e di altri animali impollinatori hanno suscitato paure e la speculazioni che l’impollinazione naturale fosse la vittima di un destino inesorabile. Un recente studio dell’Università di Toronto ha effettivamente fornito la prima prova a lungo termine di una tendenza in calo dell’impollinazione, attribuendo però l’effetto al cambiamento climatico – e non ad un calo degli insetti.
“Il numero delle api può effettivamente essere diminuito nel nostro sito di ricerca, ma abbiamo il sospetto che una mancata corrispondenza (dovuta al clima) tra il momento in cui i fiori si aprono e quello in cui le api emergono dal letargo sia un fattore più importante”, spiega James Thomson, uno scienziato del Dipartimento di Ecologia e biologia evolutiva dell’Università di Toronto.
L’esame per ben 17 anni del giglio selvatico sulle Montagne Rocciose del Colorado da parte di Thomson è uno degli studi di impollinazione più lunghi da sempre. Esso rivela un calo progressivo nel corso degli anni dell’impollinazione, con un particolare deficit di impollinazione degno di nota all’inizio della stagione. Lo studio sarà pubblicato nella rivista Philosophical Transactions della Royal Society B: Biological Sciences il 6 settembre 2010.
Tre volte l’anno, Thomson ha confrontato il tasso di fruttificazione dei fiori non manipolati con quello dei fiori che vengono impollinati a mano.” All’inizio dell’anno, quando i bombi regina sono ancora in letargo, i tassi di fruttificazione sono particolarmente bassi,” dice. “Questo è preoccupante, perché suggerisce che l’impollinazione è un fenomeno vulnerabile anche in un ambiente relativamente incontaminato, privo di pesticidi e di interferenze umane, ma tuttavia soggetto a cambiamenti climatici”.
Thomson ha iniziato i suoi studi a lungo termine alla fine del 1980, dopo l’acquisto di un remoto appezzamento di terreno e la costruzione di una casetta in mezzo ad un prato pieno di gigli grandiflora. Il suo lavoro è stato sostenuto dalla National Science Foundation degli Stati Uniti e dal Natural Sciences and Engineering Research Council del Canada.
Stranissima questa notizia!
Sembra si dia per scontato il “RISCALDAMENTO GLOBALE”.
Ma lo stesso Phil Jones (padre della teoria) dichiara:
– Climategate U-turn as scientist at centre of row admits: There has been no global warming since 1995-
Data for vital ‘hockey stick graph’ has gone missing
There has been no global warming since 1995
Warming periods have happened before – but NOT due to man-made changes
Che tradotto suona così:
“Il dottor Phil Jones (IPCC)ammette: Nessun riscaldamento Globale dal 1995..”
I dati di vitale importanza per sostenere il ‘grafico della mazza da hockey’ sono andati PERSI !
Non c’è stato alcun riscaldamento globale a partire dal 1995
Periodi di riscaldamento globale sono già accaduti in passato – ma non a causa dell’uomo .
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Dunque questo studio, in cui si “ACCUSA” il riscaldamento globale, forse è da correlarsi alla volontà di garantire visibilità e nuovi fondi al buon Thomson per restare nella sua casetta in mezzo ad un prato pieno di gigli grandiflora.
Io auspicherei invece, iniziasse a coltivare, zappando di buona lena, perchè la “eco-giostrina” si stà fermando.
Nessuna variazione significativa dal 1995.
Dunque se il riscaldamento è il “crimine”, la CO2 è il movente?
CARBON TAX – CARBON CREDIT.
Leggo di:
…60 miliardi di dollari al “wwf” per la CO2?
E’ emersa pero’ un’agenda nascosta circa la preservazione di questa parte di foresta che coniste nel permettere al WWF ed ai suoi partners di condividere la vendita di crediti di emissione di anidride carbonica per un valore di 60 miliardi di dollari.. ecc. ecc.
http://www.telegraph.co.uk/comment/columnists/christopherbooker/748862 9/WWF-hopes-to-find-60-billion-growing-on-trees.html
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AL GORE
..Il New York Times ha sollevato il coperchio su come Al Gore potrà trarre vantaggi per la somma di miliardi di dollari se l’imposta proposte di carbonio che sta spingendo i suoi frutti negli Stati Uniti, mentre documenta come si è già allineato le tasche sul retro di fearmongering esagerato sul riscaldamento globale…
Fonte:
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=6&ved=0CDUQFjAF&url=http%3 A%2F%2Fwww.prisonplanet.com%2Fal-gore-set-to-become-first-carbon-billi onaire.html&ei=H0BSTLvBCub8sQbB47DkAQ&usg=AFQjCNH16eHmImESXMpG-0lpufLQ Rw4Ejw&sig2=izfcus9TJWJmWMK6EAPh0Q
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Sbuggiardato anche il NOOA e le recenti catastrofiste previsioni:
http://www.wikio.it/article/noaa-spesso-erroneamente-scritto-nooa-truf fa-206187581
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Fortunatamente in fuga gli ECO-truffatori?
Il “titolo” credo sia chiarissimo:
L’ONU ACCUSA ( E MANDA A CASA )GLI ALLARMISTI DELL’EFFETTO SERRA
http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.docstoc.com%2Fdocs%2F document-preview.aspx%3Fdoc_id%3D53321034&h=ccdf9
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Qui i personaggi, società, italiche associazioni pseudo-ambientaliste, impegnati nell’opera di convincimento, e i relativi conflitti di interesse :
http://www.inganno-ambientalista.it/content/view/181/2/
Troverete DE BENEDETTI con 60 milioni di euro, investiti nella compravendita di quote CO2.
Non sorprende quindi vedere i suoi giornali insistere su notizie in linea con la teoria del riscaldamento globale, Notizie che continuano a rilevarsi prive di fondamento.
Il quadro ora è completo, passeranno presto ad un nuovo “eco-ALLARME”.
Questo eco-delirio credo sia fortunatamente ormai scongiurato:
” Green economy, l´ultima congiura della Goldman Sachs”
Troverete questa frase:
…Presto la speculazione sul cambiamento climatico diventerà un mercato da 646 miliardi di dollari (stima del governo), destinati a salire a 1.000 miliardi in pochi anni…
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=3&ved=0CB4QFjAC&url=http%3 A%2F%2Fstampa.ismea.it%2FPDF%2F2010%2F2010-04-18%2F2010041815487511.pd f&ei=Nmd9TMPhA8bfOKv2nNQG&usg=AFQjCNEdg6z9Y_zd0zI6Yj8CEwMzBUyL9A&sig2= xAzGdF_sNyKT9sIdXWYDSw
1000 MILIARDI DI DOLLARI?
Datemi anche a me una casetta in mezzo ai fiori, potrò giurare la terra sia piatta, e che il sole ci gira intorno.
Cordialmente.
Piero Iannelli