Quanto può un uomo credere in quello che fa? Quanto è disposto a rischiare? Nel Parco Nazionale di Virunga, Repubblica Democratica del Congo, il capo dei Ranger, Emmanuel de Merode e 40 ranger sono rimasti a difendere l’esigua popolazione di gorilla di montagna dai guerriglieri ruandesi, che imperversano a causa della guerra civile che sta scoppiando nuovamente in un paese la cui tragica storia di sangue sembra non poter avere fine. A questo link potete fare una donazione per aiutarli.
Il Virunga National Park si trova nella Repubblica Democratica del Congo: è il parco con la concentrazione di grandi mammiferi più alta al mondo e ospita il 50% della biodiversità dell’Africa subsahariana. Lì si trovano anche 200 dei 720 gorilla di montagna rimasti sul pianeta.
La Repubblica Democratica del Congo è un paese la cui storia è macchiata di sangue, con lotte efferate per il potere condotte senza scrupolo alcuno e con gravissime conseguenze sulla popolazione inerme. Oggi sono i ribelli del gruppo M23, probabilmente appoggiati dai ruandesi, ad attaccare il Congo.
Qualche giorno fa il responsabile per le Nazioni Unite, Roger Meece aveva dichiarato a BBC che “di fronte al pericolo di un’ulteriore avanzata verso Goma dei ribelli del gruppo M23, le Nazioni Unite sono pronte a difendere con le armi il capoluogo della provincia orientale del Nord Kivu, e stanno dunque ridispiegando intorno alla città i ‘caschi blu’ della Monuc, la loro Missione nella Repubblica Democratica del Congo”.
“Quando arriva la guerra” dicono dal Parco di Virunga “ogni cosa ne soffre”.
Al Parco di Virunga al momento vivono 280 rangers con le loro famiglie, ma negli ultimi anni di guerra 130 ranger sono morti negli scontri con i guerriglieri per difendere i gorilla.
“Ci sono colleghi che hanno perso la vita facendo il loro lavoro”, dice uno dei ranger, “ma noi siamo ancora qui forti e vivi”.
Nei giorni scorsi sono state fatte evacuare tutte le famiglie dei ranger, 180 persone, verso Goma, dove creeranno un campo all’ingresso della città. Emmanuel De Meroda è rimasto al Parco con 40 rangers e con i gorilla che vivono nella sede, per i quali il trasporto sarebbe stato troppo pericoloso e complesso. Le donazioni che è possibile fare al sito www.virungacrisis.org, serviranno per coprire tutte le spese che sarebbero state coperte con gli introiti provenienti dal turismo: naturalmente tutti i viaggi programmati sono stati cancellati. E, come dice Emmanuel De Meroda nel suo blog, i ranger sono ancora in campo per difendere uno dei parchi più grandi al mondo che deve assolutamente essere protetto, ad ogni costo.
E’ di oggi la notizia che un fulmine ha colpito la sede del parco mettendo fuori uso la connessione internet e rendendo più difficoltose le comunicazioni, Il telefono fortunatamente funziona e perciò i post del blog, dal quale potete seguire gli aggiornamenti sulla situazione, seppur un po’ più lentamente, continueranno ad essere pubblicati.
Cosa spinge questi uomini a rischiare tanto? Difficile dare una risposta, ognuno può intendere la sua guardando questo video.
http://www.youtube.com/watch?v=4W2sdl6A7ys
Il Parco di Virunga per la gente che vi abita significa la possibilità di creare posti di lavoro di qualità per le nuove generazioni e, come è possibile ascoltare nel filmato (in lingua inglese), per fare questo c’è bisogno di pace, e i ranger possono giocare un ruolo importante per mantenere la pace.
Il Parco di Virunga è sostenuto in Italia da un progetto sviluppato dalla Riserva Naturale di Monterano, nel Lazio, che si occupa di sostenere le vedove e i figli dei ranger che hanno perso la vita sul lavoro. I bambini spesso non possono ricevere un’adeguata educazione perchè devono subito impegnarsi in lavori che aiutino le loro famiglie e le donne non sono sostenute nelle loro attività.
Al Parco di Virunga i ranger rischiano la loro vita per quella dei gorilla di montagna. In mezzo a tanta efferata violenza questi nobili d’animo difendono animali innocenti per tenere accesa una speranza di pace.