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Deforestazione non dà tregua alla foresta amazzonica. Le immagini della NASA

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.05.2011
La progressionne della deforestazione in Rondonia fotografata dai satelliti della NASA. LA nebbia è in realtà il fumo degli incendi utilizzati per accelerare il lavoro di disboscamento. Clicca per ingrandire. Foto: Fonte NASA (earthobservatory.nasa.gov)

La progressionne della deforestazione in Rondonia fotografata dai satelliti della NASA. LA nebbia è in realtà il fumo degli incendi utilizzati per accelerare il lavoro di disboscamento. Clicca per ingrandire. Foto: Fonte NASA (earthobservatory.nasa.gov)

Lo stato della Rondônia in Brasile occidentale – una volta casa per 208 mila chilometri quadrati di foresta, una superficie pari a due terzi del’Italia – è diventata una delle aree più deforestate dell’Amazzonia. Negli ultimi tre decenni, la compensazione e il degrado delle foreste dello stato amazzonico sono stati rapidissimi: 4.200 chilometri quadrati liquidati con 1978; 30.000 nel 1988 e 53.300 entro il 1998. Entro il 2003, si stima che 67,764 mila chilometri quadrati di foresta pluviale, che corrispondono ad un’area pari a tre Lombardie messe insieme, erano stati distrutti.

Quando è iniziata questa serie di foto via satellite prese dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) della NASA, all’inizio del 2000, la frontiera delle ruspe aveva già raggiunto il remoto angolo nord-ovest della Rondônia (Qui è possibile visualizzare tutte le foto della NASA dal 2000 al 2010).

Le aree forestali intatte sono di verde intenso nelle immagini, mentre le aree deforestate sono color terra (in quanto non c’è altro che terra nuda) o verde chiaro (colture, pascolo, o occasionalmente, foreste di seconda crescita). Nell’arco di otto anni, le strade e le radure si sono spinte verso ovest-nord-ovest da Buritis verso il fiume Jaciparaná. L’area disboscata lungo la strada in Nova Mamoré si è estesa a nord-nord-est lungo tutto il percorso della strada statale BR-346.

La deforestazione segue uno schema abbastanza prevedibile in queste immagini. Per prime compaiono le radure nella foresta a forma di spina di pesce, disposte lungo i bordi delle strade. Nel corso del tempo, le “lische di pesce” si espandono e inghiottono le aree forestali residue, poi arrivano gli insediamenti. Questo modello segue uno dei modelli più comuni di deforestazione in Amazzonia. Le strade, legali e illegali, penetrano in una zona remota della foresta, e i piccoli agricoltori migrano verso la zona. Essi utilizzano la terra lungo la strada e alcune radure per le loro colture. In pochi anni, le forti piogge e l’erosione impoveriscono il suolo, e la produzione agricola scende improvvisamente.

Gli agricoltori quindi convertono i terreni degradati a pascolo per il bestiame, e tagliano altra foresta  per le colture. Alla fine i piccoli contadini, che hanno fatto il “lavoro sporco”, dopo aver eliminato gran parte della foresta dalle loro terre, la vendono o l’abbandonano a grandi possessori di bestiame.

Tutte le grandi foreste tropicali, tra cui quelle in America, in Africa, nel Sudest asiatico e in Indonesia stanno scomparendo, in gran parte per far posto alla produzione di alimenti destinati all’uomo, al bestiame e ai raccolti. Anche se la deforestazione tropicale soddisfa alcuni bisogni umani, ha anche profonde conseguenze, a volte devastanti, tra cui i conflitti sociali e violazioni dei diritti umani, l’estinzione di piante ed animali, e il cambiamento climatico. Sfide che interessano il mondo intero.

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