Gaianews

Cellulari: ecco come sono utili contro la deforestazione

Scritto da Micaela Conterio il 27.06.2013

Cosa penseresti se scoprissi che i cellulari, una volta riciclati, sono in grado di contrastare la deforestazione?
Una prima iniziativa è stata ideata da Topher White per Rainforest  Connection, organizzazione no profit americana, che ha progettato una piattaforma che consente il monitoraggio in tempo reale degli interventi illegali nella foresta pluviale indonesiana. Questo sistema, infatti, consente lo smaltimento e il riutilizzo di dispositivi elettrici cestinati, che vengono dotati di pannelli solari, appositamente progettati per sfruttare i brevi periodi in cui la luce raggiunge il suolo della foresta, per restare sempre accesi e di microfoni che registrano i rumori e i segnali audio di motoseghe e bulldozer. Ogni dispositivo trasmette i segnali anomali ad un database centralizzato, che invia in tempo reale un avviso alle guardie forestali, consentendo l’immediato intervento.

deforestazione

Il progetto pilota verrà effettuato nei 25.000 ettari della riserva di Air Tarusan, a Sumatra, con 15 impianti telefonici. Perché l’Indonesia? Perché è la terza foresta pluviale più grande del mondo, ospita molte specie autoctone di piante e animali e perde ogni anno oltre un milione di ettari di foresta. Dal 1960 ad oggi, infatti, è stata tagliata via circa la metà.
Ma questa non è l’unica iniziativa in tal senso.

Anche in Brasile, infatti, hanno pensato di proteggere gli alberi tramite l’impiego di cellulari, dispositivi wireless più piccoli di un mazzo di carte, che, una volta inseriti nella corteccia, avvertono le autorità in tempo reale, grazie all’impiego di sensori, inviando messaggi fino a venti chilometri di distanza grazie alla rete di telefonia mobile, e tracciano il percorso del legno, favorendone la localizzazione. In questo modo, l’agenzia dell’ambiente brasiliana può fermare il commercio illegale di legname. L’idea, chiamata Invisible track, è stata sviluppata dall’azienda brasiliana Cargo Tracck ed è venuta ad un’azienda olandese specializzata in sicurezza, la Gemalto, che ha previsto per l’apparecchio trasmettitore una batteria della durate complessiva di un anno, progettata per resistere al calore e all’umidità del clima amazzonico.

Entrambi i progetti si basano su una tecnologia che trasforma i telefonini in veri e propri trasmettitori, consentendo di ovviare alla lentezza dei metodi tradizionali del monitoraggio attraverso immagini satellitari e rilevazioni aeree, segnalando il taglio della foresta mentre sta avvenendo e non dopo e che ha anche il grande vantaggio di essere molto meno costosa. In questo modo, si mira a combattere il taglio abusivo degli alberi sfruttando i moderni sistemi tecnologici, con la speranza che i dispositivi possano servire da deterrente contro i taglialegna illegali e il mercato nero del legname.

© RIPRODUZIONE RISERVATA