In Nicaragua una foresta tropicale, importantissimo tesoro di biodiversità per il pianeta, situata all’interno di una Riserva, è seriamente minacciata dall’attività di taglialegna illegali. Le popolazioni locali reclamano i loro diritti a stare nelle proprie terre vivendo delle proprie risorse.
Al presidente Obama in visita nella regione il popolo mayangna e miskito hanno spiegato che le foreste sono il luogo in cui gli animali si riproducono e dove si può cacciare per il sostentamento.
La foresta nebulosa è una foresta umida tropicale o subtropicale su cui è presente costantemente una cortina di nuvole a bassa quota.
Sono 30.000 gli ettari di foresta che vengono tagliati ogni anno illegalmente secondo ciò che affermano le popolazioni. La Riserva di Bosawas, al confine fra Nicaragua e Honduras, ospita la più grande foresta tropicale del Centro America.
Nonostante i diritti delle popolazioni locali siano stati riconosciuti dal 2007, secondo le autorità del Parco Nazionale di Saslaya, all’interno della riserva, a partire dal 2009 sono stati documentati ben 11.500 tagliatori illegali, definiti “coloni”, che hanno disboscato ben 150.000 ettari di foresta.
La biodiversità della foresta annovera ben 150.000 specie di insetti, giaguari, aquile, coccodrilli e rari tapiri e scimmie ragno
La riserva Bosawas rientra anche le case delle comunità indigene che sono state lì per secoli, vivendo di caccia e pesca.
Arisio Genaro, presidente della Nacion mayangna, ha detto a BBC News: “Il problema è che le aree del nostro territorio che abbiamo dedicato alla conservazione delle foreste vengono invase dai coloni.”
“Noi mayangna non tocchiamo queste foreste, sono le zone in cui gli animali cacciano e si riproducono. Se [i coloni] distruggono queste zone distruggeranno il nostro popolo.”
Anche gli scienziati hanno espresso la loro preoccupazione: il dottor Thomas Lovejoy ha dichiarato a BBC: “Il Nicaragua è uno dei tre grandi blocchi residui della foresta pluviale tropicale in America Centrale”, ha detto.
“Di conseguenza, la lotta per proteggere questa parte preziosa e unica della diversità biologica è di emisferica, anzi globale, importanza.”
Il problema non è solo ecologico: gli scontri fra i mayangna e i coloni sono sempre più violenti e il 24 aprile uno dei leader mayangna è stato ucciso.
Secondo gli esponenti delle popolazioni locali le autorità hanno paura delle conseguenze politiche che avrebbe il sostegno delle popolazioni indigene, in sostanza hanno paura di perdere voti.
Taymond Robins, un mayangna, ha detto: “Siamo molto tristi perché stanno contaminando i nostri fiumi, stiamo perdendo le nostre terre e con esse i nostri valori culturali. Siamo molto preoccupati.”
Ma gli invasori non sono tutti solo poveri. “Queste persone sono speculatori edilizi. Vengono, bruciano la foresta e creano pascolo, poi lo vendono e passano ad un altro settore.”
I mayangna chiedono il presidente Obama, che si sta incontrando con i dirigenti regionali in Costa Rica, di sostenere la loro battaglia contro gli invasori. La foresta, dicono, è fondamentale per il mondo intero e non solo per il Nicaragua.
La prossima settimana, i popoli indigeni di tutto il paese porteranno le loro richieste nella capitale Managua, effettuando una marcia per convincere il governo a far rispettare le leggi ed i diritti di proprietà.
Infine la triste previsione: “Se non si creerà una riserva, la foresta scomparirà fra 5 – 10 anni.”