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E’ stata rimossa la nave incagliata all’Isola d’Elba

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 03.06.2012
Nave incagliata all'Isola d'Elba

Nave incagliata all'Isola d'Elba (fonte lettera43.it)

Ieri è stata riportata in mare la nave incagliata nelle scogliere dell’Isola d’Elba. La nave si era incagliata sulla spiaggia di Sant’Andrea, nel comune di Marciana, situato sull’isola d’Elba il mattino del primo giugno alla 5,30 circa, mentre si dirigeva verso l’Algeria da Carrara.

La nave è stata stata “sfilata” dalla scogliera da due rimorchiatori messi in campo dalla Capitaneria di Porto di Livorno, che hanno trainato il mercantile in mare.

Ieri erano state effettuate tutte le verifiche sulla contaminazione delle acque intorno al vascello (sono stati portati sul posto mezzi antiinquinamento per motivi di sicurezza). Preoccupava soprattutto uno squarcio di 4 metri nella chiglia della nave, che però non ha evidentemente compromesso il galleggiamento.

Le operazioni sono scattate dopo che i rimorchiatori hanno agganciato i cavi e si sono appaiati tirando la nave fuori dagli scogli.

L’imbarcazione, battente bandiera panamese, la mattina del primo giugno ha inaspettatamente intrapreso una rotta che l’ha portata dritta verso le coste dell’isola, in pieno Parco Marino dell’Arcipelago Toscano, fino a scontrarsi con gli scogli circostanti. La nave è un mercantile che trasporta metalli, mentre l’area in cui si è incagliata è quella delle “Cote Piane”, una scogliera balneare a poche decine di metri dal porto turistico e dalla spiaggia di Sant’Andrea, una delle località turistiche più famose dell’Elba.

“L’area dove è avvenuto l’incidente – ha detto Umberto Mazzantini di Legambiente Arcipelago Toscano in un comunicato stampa – fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed è di fronte alla secca Formiche della Zanca, meta di turismo subacqueo e anch’essa compresa nel Parco Nazionale. Il tutto all’interno del santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e in un’area dove sono spesso avvistate balenottere molto vicino alla costa. E’ evidente che in questo caso la legge ‘anti-inchini’, che prevede la navigazione a 2 miglia dalle aree protette, non ha funzionato”.

Ieri erano intervenuti anche il WWF e Greenpeace a deplorare l’incidente.

Greenpeace ha detto che da anni manca un controllo su “numerose attività umane che mettono in pericolo il Santuario dei Cetacei, l’area compresa tra Mar Ligure e Alto Tirreno. Tra queste minacce il traffico navale è una delle più evidenti. La dispersione di circa 200 fusti di materiale pericoloso al largo della Gorgona nel dicembre 2011, la tragedia della Costa Concordia nel gennaio 2012 e adesso l’incidente della Mersa II, sono solo la punta dell’iceberg.”

Greenpeace inoltre lamenta la latitanza delle regioni Liguria e Toscana sulla convocazione di un tavolo tecnico per discutere di misure concrete a tutela del Santuario dei Cetacei.

Per il WWF, “non si può continuare a considerare il mare un patrimonio di nessuno, abbiamo da marzo le regole per garantire la sicurezza ambientale e della navigazione nelle acque territoriali italiane e bisogna che tutti le rispettino”

“Il WWF ricorda che non solo nel caso dell’incagliamento della nave mercantile all’Elba è stato violato il divieto di navigazione a due miglia dai perimetri esterni dei parchi, stabilito con il decreto ministeriale del 2 marzo di quest’anno, ma si continua a non prendere in considerazione le particolari esigenze di tutela del Santuario internazionale dei cetacei. Un’area che il nostro Paese, con Decreto del Presidente della Repubblica del 17 dicembre 2011 vuole racchiudere in una Zona di protezione ecologica del Mediterraneo Nord Occidentale, del Mar Ligure e del Mar Tirreno. ben oltre il limite esterno del mare territoriale italiano, in acque internazionali”.

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