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Avorio, studio suggerisce il divieto assoluto di commercio

Il messaggio è semplice: per salvare gli elefanti, tutti i mercati d'avorio devono essere chiusi e tutte le scorte di avorio devono essere distrutte

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 08.08.2014

NEW YORK (7 Agosto 2014) Il messaggio è semplice: per salvare gli elefanti, tutti i mercati d’avorio devono essere chiusi e tutte le scorte di avorio devono essere distrutte, secondo un nuovo studio peer-reviewed dalla Wildlife Conservation Society. Il giornale dice che la corruzione, la criminalità organizzata, e una mancanza di applicazione rendono qualsiasi commercio legale di avorio un fattore che contribuisce in modo importante alla scomparsa degli elefanti in Africa.

Avorio illegale sequestrato dalla US Fish and Wildlife lo scorso anno. Crediti: Julie Larsen Maher/WCS

Avorio illegale sequestrato dalla US Fish and Wildlife lo scorso anno. Crediti: Julie Larsen Maher/WCS

Apparso il 7 agosto nell’edizione on line della rivista Conservation Biology, la ricerca dice che se vogliamo conservare significative popolazioni selvatiche di elefanti in tutte le regioni dell’Africa, tutti i mercati d’avori internazionali e locali devono essere chiusi. Inoltre, scorte governative di avorio, attualmente sparse per il mondo, devono essere distrutte dal momento che sono note fonti di immissione nel mercato nero di avorio illegale. Secondo l’autore della ricerca, la corruzione mina tutti gli aspetti dei controlli lungo la catena distributiva del mercato legale di avorio.

Se vogliamo conservare le restanti popolazioni selvatiche di elefanti, dobbiamo chiudere tutti i mercati, perché agli attuali livelli di corruzione essi non possono essere controllati in modo da non fornire opportunità di riciclaggio di avorio illegale essere nei mercati legali“, ha detto l’autore, Elizabeth BennettVice Presidente del WCS per la conservazione delle specie.

Il documento ha esaminato l’indice di corruzione dei 177 paesi valutati, notando che la metà dei 12 paesi in Africa che hanno elefanti allo stato selvatico sono nella parte finale della lista. Sei degli otto paesi individuati dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche (CITES) come i più implicati nel traffico di avorio sono globalmente nella metà inferiore dei paesi più corrotti al mondo.

Il documento giunge in un momento di crescente opposizione al divieto di avorio da parte di alcuni gruppi che sostengono che le vendite di avorio  – se attentamente regolamentate – aiuterebbe a proteggere gli elefanti e contribuire alla conservazione attraverso la vendita delle scorte di avorio e di altre fonti legali.

Bennett confuta questo dicendo che gli incentivi finanziari per infrangere la legge e raccogliere i profitti superano di gran lunga quelli che porterebbero a rispettare la legge, visto che i bracconieri e i trafficanti possono rapidamente ripagarsi le multe grazie ai ricchi frutti dell’attività illegale. Una volta che l’avorio illegale è entrato nel commercio legale, è difficile o impossibile per gli ufficiali di polizia capire cosa è legale da ciò che non lo è.

Bennett dice che con una buona applicazione sul terreno del divieto completo di commercio di avorio potrebbe ridurre significativamente il bracconaggio. Ad esempio, gli elefanti delle foreste in Africa centrale si trovano in densità sette volte superiori nei siti in cui sono presenti guardiaparco rispetto alle aree dove non sono presenti. Tuttavia, i costi di tale protezione in sito in termini di fondi e vite umane continueranno ad aumentare e diventare insostenibili fintantoché i profitti dall’avorio continueranno a crescere, dando sempre più incentivi ad uccidere gli elefanti e ad alimentare il traffico illegale di avorio.

Dice Bennett: “Nel lungo termine, l’unica soluzione sostenibile è di ridurre la domanda di avorio l’unico driver finale dell’intero sistema. Finché ciò non accadrà, se gli elefanti dovranno sopravvivere, abbiamo bisogno di chiudere i mercati legali esistenti”.

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