19 miliardi di dollari all’anno, è questo il valore del commercio della fauna selvatica globale, al quarto posto dopo stupefacenti, contraffazione e traffico di esseri umani. E’ una cifra plausibile se si pensa che un corno di rinoceronte può valere fino a 60.000 dollari al chilo e che nel 2011 è stato sequestrato l’avorio proveniente da 2.500 elefanti. Il rapporto sostiene che a questo commercio sono collegate reti criminali di diversa natura.
“I crimini contro la Natura sono aumentati in modo allarmante negli ultimi dieci anni, e sono sempre più condotti da organizzazioni criminali a livello mondiale. Abbiamo bisogno di una risposta che sia globale ” afferma Jim Leape, Direttore Generale di WWF Internazionale.
“Sono spesso le comunità più povere del mondo a essere danneggiate da questo commercio illegale, mentre le bande criminali e i funzionari corrotti traggono profitto. I ranger dei parchi più a rischio ci stanno rimettendo la vita e quelle famiglie che dipendono dalle risorse naturali stanno perdendo i loro mezzi di sussistenza ” ha detto Leape.
Con i profitti di questo commercio illegale che mina seriamente la biodiversità globale si finanziano l’acquisto di armi per i conflitti civili, il terrorismo e altre attività connesse.
Secondo il rapporto il fenomeno è in aumento, facilitato da uno scarso impianto di leggi, da una scarsa credibilità delle forze dell’ordine e dall’aumento degli acquirenti che portano a termine il loro commerci anche attraverso il web.
“La domanda di prodotti naturali illegali è in aumento di pari passo con la crescita economica in quei paesi consumatori emergenti, e con denaro facile e profitti sempre più alti per le organizzazioni criminali”, ha detto Massimiliano Rocco responsabile Specie, TRAFFIC & Foreste WWF Italia.
Uno dei problemi, secondo il rapporto, è che il commercio illegale viene visto solo come una questioen ambientale e non come un problema legale.
“Ci auguriamo che i diversi Governi maggiormente interessati aprano gli occhi e si rendano conto che devono affrontare il commercio illegale di Natura come una questione urgente”, ha detto Rocco “Non è solo una questione di tutela dell’ambiente, ma anche della stessa sicurezza nazionale, in particolare per quei paesi già provati da profonde lacerazioni sociali ed economiche . E ‘ora di porre fine a questa grave minaccia allo stato di diritto. I proventi dei traffici illegali sempre più spesso finiscono per arricchire la criminalità organizzata e favoriscono instabilità sociali e politiche. Lo sfruttamento incontrollato di queste risorse toglie opportunità di riscatto economico a chi vive in quei contesti e di quelle risorse, priva gli stessi paesi ricchi di natura dei loro beni primari, ponendo limiti a che tali Paesi possano fare sviluppare le loro economie su un uso più razionale e sostenibile delle proprie ricchezze che invece continuano ad essere depredate senza limiti”.
“E’ un vero circolo vizioso: in questi paesi i ricchi proventi derivati dall’uccisione e dal commercio illegale di animali e delle loro parti nutrono un mercato diffuso e pericolosissimo di armi. E così i fucili, i kalashnikov, entrano capillarmente nella foresta rinforzando quel massacro di animali grandi e piccoli di cui si nutrono i signori delle armi -ha detto Isabella Pratesi, Direttore Conservazione Internazionale del WWF Italia.
Avorio proveniente da 2.500 elefanti è stato confiscato nel solo 2011
100 milioni di tonnellate di pesce, 1.5 milioni di uccelli vivi e 440.000 tonnellate di piante medicinali sono commercializzate illegalmente ogni anno
176 sono gli Stati che fanno parte del TRAFFIC Trade in Endangered Species
of Wild Fauna and Flora la rete di monitoraggio del commercio della fauna selvatica, creata congiuntamente da IUCN e WWF