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Caffè Arabica rischia di sparire entro il 2080 a causa dei cambiamenti climatici

Uno di questi è quello di creare aree protette nelle zone forestali di Etiopia e Sud Sudan, dove la pianta possa crescere autonomamente

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 09.11.2012

Per molte persone il risveglio al mattino si accompagna con una buona tazzina di caffè. Ma, per colpa dei cambiamenti climatici, potrebbero essere a rischio le piante che producono le migliori qualità di caffè attualmente in circolazione, l’arabica e la robusta. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di far crescere le varietà selvatiche in apposite aree protette.

A dirlo è una ricerca pubblicata recentemente sulla rivista PLoS One, che ha trovato che i chicchi di caffè Arabica potrebbero estinguersi entro la fine del secolo. Tale evento potrebbe dare un duro colpo alla produzione mondiale di caffè, che dipende al 70% da questa varietà.

CaffèLa miscela di caffè Arabica è la bevanda preferita da gran parte dei bevitori di caffè al mondo, ma potrebbe estinguersi a causa dei cambiamenti climatici entro il 2080. L’Arabica è una pianta fragile che, a differenza della Coffea Canephora più robusta, manca della diversità genetica necessaria a far fronte ai cambiamenti climatici, alle malattie e ai parassiti.

I ricercatori del Royal Botanic Gardens nel Regno Unito e del Coffee Forest Forum in Etiopia, hanno creato un modello al computer, il primo nel suo genere, per comprendere quale sarà il futuro della pianta che produce il caffè Arabica. Lo studio ha dedotto che la sopravvivenza della pianta è a forte rischio. I ricercatori aggiungono che nella peggiore delle ipotesi la specie potrebbe essere pressoché interamente spazzata via entro il 2080.

Nella migliore delle ipotesi, se il riscaldamento continuerà a cambiare le condizioni climatiche nelle aree in cui questa pianta cresce,  il 65 per cento del raccolto globale sarebbe spazzato via durante lo stesso periodo. Tuttavia, i modelli sono conservatori e non tengono in considerazione l’effetto della deforestazione che ha già avuto luogo nei boschi di Etiopia e Sud Sudan, le variazioni dei periodi di fioritura o i modelli degli uccelli, che disperdono i semi, oppure di parassiti o malattie.

Certo, il danno è un po’ in là da venire, ma lo studio delinea anche una serie di accorgimenti che potrebbero essere utili a salvare questa specie.

Uno di questi è quello di creare aree protette nelle zone forestali di Etiopia e Sud Sudan, dove la pianta possa crescere autonomamente e sviluppare una naturale (o quasi) difesa a cambiamenti climatici e ai parassiti. Una sorta di magazzini per varietà selvatiche di caffè Arabica.

“Come parte di un futuro esercizio per la sostenibilità a lungo termine della produzione di Arabica, è essenziale che le riserve naturali costituite in Etiopia per la conservazione delle risorse genetiche Arabica siano adeguatamente finanziate e gestite con attenzione,” ha detto Tadesse Waterman-Cole, uno degli autori dello studio, in un comunicato.

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