Secondo uno studio condotto dalle università di Stanford, Princeton e Berkeley presto la Terra e noi con lei faremo la stessa fine che hanno fatto i dinosauri circa 65 milioni di anni fa. Per dirla in parole semplici e dirette, ma pur sempre veritiere, saremo in una fase di estinzione. A detta dello studio, la numero 6.
Tra le principali cause della estinzione numero 6 ci sarebbero principalmente delle motivazioni di tipo ambientale, quali: surriscaldamento del pianeta, in primis, deforestazione e, non ultima in ordine di importanza crescente, l’inquinamento.
Il fattore più preoccupante sarebbe la velocità con cui questa estinzione starebbe avvenendo, che secondo lo studio citato all’inizio di questo articolo, sarebbe di 114 volte in più rispetto a quello considerato “normale”. Tuttavia, il ritmo è sempre in continua crescita e sembra proprio non destinato a fermarsi. Si calcola che dal 1900 si siano già estinte ben 400 specie e secondo le parole di Paul Ehrlich dello Stanford Woods Institute ci sarebbero “specie che si comporterebbero come dei morti viventi, degli zombie che camminano”.
Sembrerebbe anche che alla base di tutto ci siano danni causati dall’agricoltura e dalla progressiva scomparsa delle api, note per il loro contributo fondamentale per quanto riguarda il mantenimento degli ecosistemi biologici e ambientali.
L’effetto domino è il motore propulsore che sta alla base di questi danni concatenati uno all’altro che avrebbero accelerato il ritmo, secondo cui ciò che sarebbe dovuto accadere in un arco di 10.000 anni, in realtà, sarebbe avvenuto (e difatti avviene) di gran lunga più velocemente.
Dopo l’avvento del consumismo di massa era la volta dell’estinzione di massa, come appunto è stata definita dagli studiosi, e sembrerebbe che ci siamo quasi (purtroppo). Certamente, i risultati non sono affatto rassicuranti ma, come ha affermato Gerardo Ceballos: “Se non faremo nulla per fermare questo processo, per la vita ci vorranno milioni di anni per riprendersi e la nostra specie sarà tra le prime a scomparire”.
La mia conclusione è che si è sempre in tempo a potere fare qualcosa. Basta volerlo.