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Foreste di mangrovie in declino: una nuova mappa ci aiuterà a capire i benefici delle foreste acquatiche

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.10.2010

MangrovieMigliaia di persone si aggrappavano alla vita tra i rami delle mangrovie, alberi che crescono sui litorali e nelle acque poco profonde, durante lo spaventoso tsunami del 2004 che uccise più di 230.000 residenti lungo le coste di Indonesia, India, Thailandia e Sri Lanka. All’indomani del disastro, lo scienziato di cambiamenti ambientali Chandra Giri, del Dipartimento di Geofisica degli Stati Uniti, ha deciso di studiare in che misura quegli alberi, che costituiscono un ecosistema forestale prezioso e unico, hanno salvaguardato le vite, i beni economici e le spiagge non solo nel 2004, ma durante gli uragani, gli tsunami e le inondazioni che da sempre si abbattono sui paesi della regione.

Prima cosa: una mappa

Avendo incontrato molte difficoltà nel tentativo di quantificare il fenomeno, Giri e un team internazionale di scienziati hanno capito che per prima cosa dovevano descrivere la distribuzione e l’entità degli ecosistemi di mangrovie. Con i finanziamenti dalla NASA, tale indagine ha prodotto la prima mappa globale ad alta risoluzione via satellite delle foreste di mangrovie. Pubblicata online questa estate sul Journal of Global Ecology e Biogeography, la mappa ha messo in luce un aspetto preoccupante di questo tesoro della biodiversità: le mangrovie ricoprono meno superficie terrestre di quanto si pensasse. Queste nuove informazioni, dice Giri, insieme ad altre ricerche sulla velocità con cui le foreste di mangrovie stanno scomparendo, sono sufficienti a fornire motivazioni e prove per aumentare gli sforzi nella loro conservazione.

Ad una domanda sul perché le mangrovie sono state al centro di questo recente studio, Giri ha detto: “Come altri in tutto il mondo, ho guardato le notizie in TV sei anni fa che mostravano le vite umane e  le case salvate dalle mangrovie durante lo tsunami. Ho avuto un’illuminazione; questi alberi hanno davvero un ruolo importante come  barriera protettiva contro alcuni disastri naturali, e forse la portata di tale ruolo può essere misurata in qualche modo.”

“Sapevamo che le mangrovie sono estremamente preziose e che rappresentano un importante habitat, rifugio e fonte di cibo per centinaia di specie di animali selvatici, nonché per l’uomo. E fissano una quantità sproporzionatamente maggiore di carbonio rispetto ad altri ecosistemi terrestri. Sono chiaramente un ecosistema importante quando si parla di biodiversità, ma nessuno ha valutato in modo sistematico le foreste come una barriera di protezione per la popolazione civile attraverso un’analisi su larga scala.”

“Dimostrare scientificamente che le foreste di mangrovie sono in grado di proteggere le popolazioni umane richiede un’analisi molto complessa che va dai dati socioeconomici, alla topografia locale, allo stato di salute delle mangrovie, alla distanza tra foreste e villaggi che sono considerati ‘punti caldi’ per gli eventi meteorologici estremi. Alcuni dati relativi ai paesi soggetti agli tsunami in Asia sono prontamente disponibili, mentre altri non lo sono.”

Ma quant’è la superficie terrestre ricoperta da mangrovie? Attraverso la nuova mappa, il team ha scoperto che le mangrovie ricoprono un’area di 137.000 chilometri quadrati.

Questo dato è circa il 12 per cento in meno di quanto gli scienziati avevano stimato in studi precedenti! Questo è preoccupante se combinato con al fatto che, secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il 16 per cento delle specie di mangrovie è in pericolo di estinzione, e, secondo il Millennium Ecosystem Assessment, un impressionante 35 per cento degli ecosistemi di mangrovie è scomparso tra 1980 e 2000. Questo declino è dovuto principalmente all’espansione agricola, allo sviluppo urbano e l’allevamento dei gamberetti.

In particolare, la mappa rivela che il 75% delle foreste è concentrata in soli 15 paesi, con il resto sparso in tutto il globo. Gli scienziati hanno inoltre scoperto che 118 paesi hanno boschi di mangrovie, la maggior parte in Asia e in Africa (42% e 21%, rispettivamente), il 15% in Nord America e America Centrale, oltre ad un 12% nelle isole del Pacifico e ad un 11% in Sud America.

Alti costi delle immagini satellitari

Questa è la prima mappa specializzata nell’analisi delle mangrovie, anche se le tecniche di fotografia satellitare sono presenti da anni. Il motivo è che in precedenza le mangrovie non sono state mappate perché erano state usate risoluzioni non adatte a vedere le piccole aree geografiche, e inoltre le foto dei satelliti Landsat erano molto costose. Per anni i costi sono stati proibitivi, si parlava di 250 dollari per una sola immagine.

Ampie gallerie  di immagini sono state off limits per moltissimi scienziati che dipendevano da finanziamenti esterni per il loro lavoro. La nostra cartina avrebbe, per esempio, richiesto oltre 1.000 immagini da satellite, con il prezzo della ricerca lievitato alla stratosferica cifra di 250.000 dollari solo per ottenere il materiale fotografico.

“Tutto è cambiato circa tre anni fa”, continua Giri, “quando i dati del satellite Global Land I, usati poi per l’indagine, sono stati resi disponibili gratuitamente. Al tempo stesso, l’informatica è migliorata in modo notevole, e oggi  possiamo gestire grandi volumi di dati. Ciò ha aperto una nuova porta alla nostra analisi scientifica delle mangrovie da un’altra prospettiva – dallo spazio, mediante immagini satellitari molto dettagliate.”

Dati ONU poco affidabili

Le Nazioni Unite (ONU) avevano stime più alte della superficie coperta da foreste di mangrovie, ma l’indagine è stata fatta attraverso la compilazione di questionari in cui si chiedeva ai vari paesi l’ammontare delle loro coste ricoperte dagli alberi. Un metodo non proprio affidabile.

Ma le mangrovie possono costituire barriere di protezione contro gli eventi atmosferici estremi come gli tsunami? Secondo Giri, il primo passo è stato quello di capire esattamente dove si trovano oggi le mangrovie. “Senza questi dati, sarebbe stato come mettere il carro davanti ai buoi.”

“Sappiamo che la regione Asia-Pacifico, e l’Indonesia in particolare, hanno la maggiore estensione di foreste di mangrovie. Dalle Nazioni Unite e le altre relazioni, sappiamo anche che l’Asia è la regione più a rischio di disastri naturali come gli tsunami. Quindi, questo è il luogo in cui indagare questa relazione. Le mangrovie agiscono come una corazza, o una barriera protettiva, e ora dobbiamo quantificare quanto sono importanti per queste regioni e cercare sopratutto di arginare il declino delle foreste di mangrovie.”

“Ci aspettiamo inoltre”, conclude Giri, “che altri scienziati mettano a confronto la nostra mappa con altre ricavate in modo indipendente, attraverso anche altri tipi di misure di telerilevamento come il lidar, per stimare l’altezza e la biomassa delle mangrovie e per generare stime più precise delle loro condizioni.”

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